Commento al Vangelo del 20 Gennaio 2019 – Azione Cattolica

«Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni», cioè di qualcosa che sta alla base, che è di fondamento per la vita, che significa, che segna e insegna, non solo di un miracolo, di un fatto straordinario.

Ecco allora le nozze, il matrimonio, come paradigma del rapporto tra noi e Dio, e anche modello per le nostre relazioni umane, gli affetti, il rapporto genitori-figli, l’amicizia… Il punto è che il vino finisce sempre. A volte l’esperienza d’amore umano può conoscere il vuoto, la crisi.

Un rapporto, allora, non è finito perché “siamo in crisi”, ma è proprio da questa crisi che può nascerne uno rinnovato. In tal senso, quando si arriva a non comunicare più e non si sa che fare, anche la crisi può trasformarsi in opportunità!

È questo il mistero di morte e risurrezione, la Pasqua. Le situazioni non sono giuste se vanno sempre bene, ma se sanno affrontare le difficoltà. Ma per far ciò l’uomo non basta, l’amore è oltre noi, non è sufficiente la buona volontà, occorre la Grazia per vincere il nulla.

Ai “servitori”, a noi cioè, è chiesto di riempire le anfore d’acqua, obbedire a Dio: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela », così ci esorta la Vergine Maria. Di fronte al vuoto, alla crisi: lascio tutto e mollo, oppure rilancio?

Non però secondo la mia volontà, ma obbedendo alla strategia di Dio per uscire dai miei vuoti…

A volte siamo in crisi, nel vuoto,
le nostre vite sono come stelle senza luce.
Signore, è proprio in questi momenti
che l’averti conosciuto,
il saperci amati da te,
può cambiare la nostra tristezza in vita,
la nostra ombra in luce,
la nostra acqua in vino nuovo,
in fontana di gioia e di speranza,
per noi e per tutti i fratelli e le sorelle.
Amen.

ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

Fonte

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