Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
NON VIOLENZA
Gesù, capace di guarire ogni malattia e di resuscitare persino i morti, non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad affermare il vangelo con la forza. Rivolgendosi a Pilato dice (Gv 18, 36): se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Il Maestro ci invita a guardare le cose con gli occhi del Padre, il quale manda suo Figlio nel mondo per salvare tutti, non solo alcuni. La giusti- zia divina non si esercita col bilancino. Se fosse così nessuno si salverebbe. Per fortuna egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Il sole e la pioggia danno la vita alla terra e dunque rappresentano la sua Grazia che è dispensata a tutti senza limitazione. La dignità di ogni uomo si fonda proprio sul fatto che ha meritato che Gesù sia morto per lui. Se dunque per il Padre ciascuno è prezioso, nessuno può essere considerato un nemico indegno di amore e di perdono. Non opporsi al malvagio e porgere l’altra guancia sembrano essere indicazioni irrealizzabili, ma sono il principio della non violenza. Il cristianesimo si fonda su quello che il mondo considera una sconfitta: la morte in croce di Gesù. Il Maestro ha pagato di persona l’affermazione del suo insegnamento. La stessa cosa hanno fatto i grandi testimoni della non violenza Gandhi e Martin Luther King. Imporre qualcosa con la vio- lenza è molto facile e non è detto che quanto si impone debba essere vero o giusto. Pagare di persona per qualcosa, è impossibile se manca il pre- supposto della verità . Chi trova la forza di soffrire per una menzogna? Per cui l’uso della violenza è comodo, ma equivoco, resta sempre il dubbio che abbia prevalso la forza piuttosto che la verità . La violenza porta altra violenza, perché semina in chi la subisce il germe della vendetta. Per chi afferma la legge del taglione, è impossibile uscire dalla spirale della vio- lenza. Se ogni colpo subìto va restituito, azione e reazione si confondono in un continuo scambio di offese. L’unico modo per uscirne è che una delle due parti decida di rinunciare alla vendetta scegliendo l’amore e il perdono. Il mondo può migliorare se abbiamo il coraggio di chiedere al Signore la grazia di poter amare come ama Lui. A questo siamo chiamati.