Commento al Vangelo del 20 febbraio 2010 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

NON VIOLENZA

Gesù, capace di guarire ogni malattia e di resuscitare persino i morti, non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad affermare il vangelo con la forza. Rivolgendosi a Pilato dice (Gv 18, 36): se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Il Maestro ci invita a guardare le cose con gli occhi del Padre, il quale manda suo Figlio nel mondo per salvare tutti, non solo alcuni. La giusti- zia divina non si esercita col bilancino. Se fosse così nessuno si salverebbe. Per fortuna egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Il sole e la pioggia danno la vita alla terra e dunque rappresentano la sua Grazia che è dispensata a tutti senza limitazione. La dignità di ogni uomo si fonda proprio sul fatto che ha meritato che Gesù sia morto per lui. Se dunque per il Padre ciascuno è prezioso, nessuno può essere considerato un nemico indegno di amore e di perdono. Non opporsi al malvagio e porgere l’altra guancia sembrano essere indicazioni irrealizzabili, ma sono il principio della non violenza. Il cristianesimo si fonda su quello che il mondo considera una sconfitta: la morte in croce di Gesù. Il Maestro ha pagato di persona l’affermazione del suo insegnamento. La stessa cosa hanno fatto i grandi testimoni della non violenza Gandhi e Martin Luther King. Imporre qualcosa con la vio- lenza è molto facile e non è detto che quanto si impone debba essere vero o giusto. Pagare di persona per qualcosa, è impossibile se manca il pre- supposto della verità. Chi trova la forza di soffrire per una menzogna? Per cui l’uso della violenza è comodo, ma equivoco, resta sempre il dubbio che abbia prevalso la forza piuttosto che la verità. La violenza porta altra violenza, perché semina in chi la subisce il germe della vendetta. Per chi afferma la legge del taglione, è impossibile uscire dalla spirale della vio- lenza. Se ogni colpo subìto va restituito, azione e reazione si confondono in un continuo scambio di offese. L’unico modo per uscirne è che una delle due parti decida di rinunciare alla vendetta scegliendo l’amore e il perdono. Il mondo può migliorare se abbiamo il coraggio di chiedere al Signore la grazia di poter amare come ama Lui. A questo siamo chiamati.

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