Commento al Vangelo del 2 aprile 2017 – P. Marko Ivan Rupnik – Congrgazione per il Clero

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V DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

Cristo si sta preparando per la sua Pasqua e l’Evangelista sta tracciando il percorso per preparare il lettore ad affrontarla. La volta scorsa abbiamo visto il cieco nato, come il luogo dove si rivela l’opera di Dio. Oggi questo luogo è la morte. 

Per i discepoli sarà molto difficile capire il fallimento di Cristo, la sua uccisione, ma proprio lì, Lui farà vedere la verità di chi è il Figlio e di chi è il Padre; lì comprenderemo la morte come la manifestazione suprema della gloria: Cristo glorificherà il Padre ed il Padre glorificherà il Figlio, questa è la novità di Giovanni. Lì si farà vedere la comunione. 

Un primo aspetto da sottolineare è l’attesa di Cristo. Aspetta non solo per avere la certezza della morte ma perché ne rispetta il percorso. La morte deve avvenire, fa parte di questa creazione dopo il peccato ed Egli, così come non è venuto a far sì che le pietre diventino pane, allo stesso modo non è venuto a liberarci dalla morte. Noi vorremmo che qualche intervento di Dio cambiasse qualcosa del mondo, ma siamo tutti nati con la condanna e la diagnosi della nostra fine, cioè con la morte. E nessuno la cambierà, perché Cristo che avrebbe potuto farlo non l’ha fatto. 

Lui aspetta che la morte si consumi sino alla fine e faccia il suo percorso, rispettando anche i tre giorni canonici necessari per gli antichi ad attestare la morte.

Marta, mentre gli dice che se lui fosse stato lì il fratello non sarebbe morto, da un lato confessa la fede che la presenza di Cristo salva dalla morte ma, dall’altro, rivela l’incompatibilità della sua mentalità –  che è tradizionalmente religiosa –  con la fede in Cristo. Lei ancora pensa che sia possibile prolungare la vita, quella fisica, corporea. E che, tutto sommato, della resurrezione nell’ultimo giorno non sa che farsene perché di Lazzaro ha bisogno adesso, è in questa vita che lo vuole. E questa è praticamente la fede che professa ognuno di noi. La speranza che tutto vada bene per conservare il più a lungo possibile questa vita. O che la resurrezione ci riporti comunque in questa vita.

Ma è Cristo la resurrezione e la vita. Questo è il passaggio da fare: nessuno risusciterà dai morti, solo il Figlio. È il Padre che risuscita, e il Padre risusciterà solo il Figlio. Perciò nel Vangelo di Giovanni Gesù continuamente ripete: “Chi crede in me ha la vita dell’Eterno”. Non avrà ma ha è la traduzione letterale: ha la vita del Padre, cioè la vita definitiva. “Chi mangia la mia carne, chi beve il mio sangue, ha la vita eterna” (cfr. Gv 6, 54; 22, 56). Chi si affida a me anche se muore vive (cfr. Gv 11,25). “Chi ha il Figlio ha la vita” (1Gv 5,12).

Tutto il vangelo di Giovanni è pieno di questo, per far vedere che se si ha la carne ed il sangue del Figlio si ha la sua vita e questa vita non muore.

È falso dogmaticamente pensare che c’è un passaggio dalla morte alla vita. 

Il passaggio è dalla vita alla vita del Figlio. Non c’è una separazione, perciò Gesù dice: “togliete questa pietra” (Gv 11, 39), questa pietra che ha sigillato tutto non c’entra nulla. 

Il nostro vero passaggio è nel battesimo (cfr. Rm 6,4; Col 2, 12), è lì che si passa da una vita all’altra vita, da una vita qui nella carne, nel cosmo, ad una vita a modo di Dio. 

L’ultimo segno con il quale Cristo fa vedere che la morte è il luogo della rivelazione della vita nuova è dire a Lazzaro di venire fuori e a quelli che stanno intorno di scioglierlo e lasciarlo libero. Perché vive di una vita diversa, è una dimensione nuova della vita e loro invece lo hanno legato mani e piedi, gli hanno bendato il volto e gli hanno pure messo una pietra sopra. 

Allora si vede che Cristo non risuscita Lazzaro, ma lo rianima. Risurrezione significa passaggio al Padre, cioè ad una vita nuova, qualitativamente e assolutamente diversa. Questa è la risurrezione. Tanto è vero che Lazzaro, invece, torna qua e sarà sotto il dominio della morte, e qualche anno dopo le sorelle piangeranno ancora su Lazzaro perché è morto davvero. 

Ma ora, qui, questa malattia non è per la morte, ma perché si manifesti la gloria di Dio.

P. Marko Ivan Rupnik – Fonte

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V Domenica del Tempo di Quaresima

Gv 11, 1-45
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 02 – 08 Aprile 2017
  • Tempo di Quaresima V, Colore – Viola
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 5

Fonte: LaSacraBibbia.net

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