Commento al Vangelo del 18 Novembre 2018 – Don Francesco Cristofaro

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Prima Lettura   Dn 12, 1-3
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

Dal libro del profeta Danièle
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Ci stiamo incamminando verso la fine di un anno liturgico e l’inizio di uno nuovo. In questa domenica la Parola di Dio ci invita ad un’attenta riflessione su ciò che avverrà alla fine dei tempi e come si compirà ogni Parola di Dio. Quanto è forte questa parola: “Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna”. Di cosa l’uomo si dovrà vergognare? Di non aver voluto Dio. Di averlo dimenticato, messo da parte, rifiutato. Il saggio invece splenderà accanto a Dio. È oggi che ciascuno di noi costruisce il suo futuro di salvezza o di dannazione eterna. E il Vangelo di questa domenica è chiaro: Tutto passa ma la Parola di Dio non passerà mai.

Seconda Lettura Eb 10, 11-14. 18

Cristo con un ‘unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Nell’Antico Patto per ogni peccato si offriva un sacrificio. Cristo offre un solo sacrificio per i peccati del mondo e lo offre una volta sola. L’unica oblazione di Cristo Gesù rende perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Qualcuno potrebbe dire: Ma chi sono e a chi appartengono quelli che sono santificati? Sono semplicemente i figli di Abramo, o anche altri uomini, di altri popoli? La risposta a questa obiezione è una sola: sono santificati, o vengono santificati tutti coloro che accolgono la Parola del Vangelo e si lasciano rigenerare da Dio da acqua e da Spirito Santo. Quelli che vengono santificati sono tutti quelli che accolgono la Parola, nessuno escluso. Possono accogliere la Parola tutti gli uomini. Nessuno escluso. Il sacrificio di Cristo è stato offerto per ogni uomo, di ogni tempo, di ogni luogo, di ogni discendenza. Cristo è venuto per la salvezza dell’uomo, non di un uomo in particolare. Questa verità deve essere proclamata oggi con chiarezza, anche perché serpeggia qui e là un errore che è la distruzione della nostra fede nell’unico sacrificio, nell’unica offerta, nell’unica Parola, nell’unica Chiesa, nell’unico sacramento, nell’unica salvezza. Quest’errore consiste nell’affermare che ogni religione è via di salvezza. Se è via di salvezza, Cristo viene relativizzato. Non è più il Salvatore dell’uomo, al massimo può essere un Salvatore dell’uomo. Le religioni non sono vie di salvezza, via di salvezza è la coscienza. La coscienza non appartiene alla religione, appartiene al singolo uomo. La coscienza ha però l’obbligo di conoscere la verità, di accoglierla, di viverla. La Chiesa però ha l’obbligo di annunziare la verità, di testimoniarla vivendola, secondo quando la stessa Lettera agli Ebrei ci ha insegnato circa la Parola: che deve essere promulgata, annunziata, testimoniata.

Vangelo   Mc 13, 24-32
Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».  

Sono immagini apocalittiche. Se da una parte esse segnano la fine del mondo, dall’altra indicano l’Onnipotenza di Dio. Il Dio che ha creato l’universo è anche il Dio che porrà fine all’universo. Il Dio che ha chiamato all’esistenza dal nulla sole e luna è anche il Dio che li può spegnere per sempre. Questo farà il Signore quando verrà per Lui il tempo della fine.

In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.

La generazione è quella che ascolta Gesù. Poiché la vita di una generazione a quei tempi era di 40 anni, il tempo è veramente vicino. Veramente non passò “questa generazione”, perché Gerusalemme fu distrutta agli inizi degli anni 70 d.C..

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Questo è il sigillo di Gesù che attesta e conferma la verità di ogni sua parola. Quanto Lui dice si compie, quanto afferma avviene, quanto da lui proclamato si realizza. Questo sigillo non è per una sola delle sue parole, bensì per tutte. Ogni parola da Lui proferita si compie infallibilmente.

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