Commento al Vangelo del 17 Marzo 2019 – P. Antonio Giordano, IMC

Tre momenti significativi della vita e dell’insegnamento di Cristo, avvengono su di un monte:

  1. Su di un monte, Gesù presenta il “manifesto” delle “Beatitudini” (in Matteo).
  2. Sul monte Tabor, Gesù mostra a 3 apostoli, la gloria della sua divinità.
  3. Infine, su di un altro monte, il Calvario, Gesù sarà crocifisso.

 I “monti sono maestri muti, e fanno discepoli silenziosi” (Goethe).

1) Innanzitutto, la “preghiera” (“mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto”). Luca è l’unico evangelista che ritrae Gesù in preghiera nei momenti più significativi della sua vita.

2) In secondo luogo, “l’ascolto”: “Questi è il Figlio mio, l’eletto: ascoltatelo”. Nella tradizione biblica “ascoltare” è compiere la volontà di Dio. Nel Vangelo significa credere in Gesù.

3) “Mosè ed Elia parlavano della sua dipartita (esodo) che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme”. Luca imposta il suo Vangelo come un “nuovo esodo” che Gesù compie dalla Galilea verso Gerusalemme. Culmine di questo esodo è la Croce. Così è la vita del cristiano: un cammino che conduce alla croce, ma illuminato dalla certezza della risurrezione: “Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo nel suo corpo glorioso” (Fil.: 2° lettura).

La consolazione dei tre apostoli per affrontare lo scandalo della Croce, da cui viene il grande risultato della salvezza dell’umanità.

Le consolazioni che Dio dà a noi per affrontare le difficoltà del cammino spirituale da cui vengono i frutti di salvezza. E Dio ce ne dà tante, ma non come premio, bensì per prepararci a portare frutti di salvezza nostra e dei fratelli. Come lo zuccherino al bambino per farlo camminare.

L’Allamano ha avuto tante consolazioni per affrontare le tante difficoltà della sua vita sacerdotale: e le ha superate tutte fino al suo ultimo giorno terreno. Impariamo da lui che fu grande missionario in Torino:

– La prima difficoltà fu al riguardo dell’amministrazione del Santuario della Consolata, pochi anni dopo che era stato nominato Rettore che fu una grande consolazione! Portò i registri all’Arcivescovo, il quale dopo averli esaminati, glieli mandò indietro chiedendogli di continuare.

La consolazione di essere Rettore del Santuario della Consolata lo aiutò a superare questa difficoltà e vi rimase per 46 anni, ai piedi della sua Madonna Consolata.

– La seconda, più dura difficoltà, fu quella causata dallo sviluppo rapido e tormentato delle missioni in Africa a motivo della Prima guerra mondiale (1915-18); a lui parve che non avvenisse secondo il suo spirito. Ne soffrì tanto che disse: “Alla corona dei vergini Dio desidera aggiungere quella dei martiri”. E fu vero martirio per lui.

La consolazione di essere rimasto Rettore del Santuario per 46 anni lo fece esclamare: “Se avessi fatto poco bene, il Signore mi avrebbe tolto e non mi avrebbe lasciato per così tanti anni”. E la fondazione dei due Istituti Missionari e Missionarie della Consolata, quando diceva sinceramente: “La Madonna Consolata li ha fondati: lei è la fondatrice”.

Risultato in Africa i due Istituti hanno oggi diverse centinaia di membri Missionari e Missionarie:

il Vice Sup. Generale e la Vice Sup. Generale sono africani.

Anche nella vita terrena della Madonna vediamo tante consolazioni: la nascita di Gesù, il vivere in santità a Nazaret, i miracoli operati da Gesù, i suoi grandi discorsi … ma tutto per prepararla alla sofferenza della croce di Gesù.

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