Commento al Vangelo del 17 aprile 2016 – Antonio Riboldi – Vescovo

Omelia del giorno 17 aprile 2016

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 Ascoltiamo e seguiamo Gesù

Il Vangelo di oggi ci presenta un brano che con due pennellate dipinge ed esprime tutta la tenerezza e l’amore del Padre e di Gesù per ciascuno di noi.“In quel tempo Gesù disse: ‘Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola’. (Gv 10, 27-30)

In questo piccolo racconto c’è soprattutto Lui, Gesù, mandato dal Padre a dare la vita, perché noi l’avessimo e in abbondanza, ciascuno di noi, conosciuto per nome, con tutti i propri travagli e difficoltà, a cui dice: sei ‘mio’, non nel senso del possesso, ma dell’attenzione e cura che vuole dedicarci.

Nello sguardo di Gesù c’è lo sguardo di Dio: uno sguardo, che ci segue nel cammino, a volte tortuoso delle nostre giornate, incredibilmente e meravigliosamente compassionevole, di chi con noi patisce, per poterci dare la Sua stessa forza. Gesù sa bene quanto la sofferenza e le difficoltà possano prostrarci: ha provato tutto, eccetto il peccato, e ‘ci conosce’ fino in fondo.

Sa benissimo, che nei momenti di dubbio, di oscurità, anche di male, dentro di noi ‘stanchi e sfiniti’, vi è il desiderio spasmodico di trovare Qualcuno a cui aggrapparci come l’ultima speranza. Quando non si spera più giustizia, amore, verità; non si ha più neppure la voglia di ‘camminare’ e, soprattutto, si è perso anche il senso e il gusto al cammino, che si è costretti a compiere, è una grande Grazia riuscire a percepire e credere che Lui non accetta facilmente che ci ‘perdiamo’: ‘nessuno le strapperà dalla mia mano’. E quando anche qualche volta, per dabbenaggine o per altre ragioni, siamo noi stessi che ci allontaniamo, sappiamo che Gesù non smette mai di cercarci e ci rassicura: ‘non andranno perdute in eterno’!

Ma una cosa chiede, ieri, oggi e sempre ai Suoi, a noi: ‘ascoltare la Sua voce’!

[ads2]E’ questo il primo compito del cristiano: ascoltare Gesù che ci parla, ci salva con la Sua Parola, fa più robusta e forte la nostra fede, trasforma la nostra vita. Più volte anche Papa Francesco ci ha già richiamati su questo aspetto. Ma oggi lo sentiamo ancora più impellente. ‘Durante la giornata’, ha osservato il Santo Padre, durante una visita pastorale in una parrocchia romana, ‘si ascoltano spesso altre voci: la radio, la televisione, le chiacchiere delle persone. Ma vi faccio una domanda: Prendiamo un po’ di tempo ogni giorno per ascoltare la Parola di Gesù? A casa abbiamo il Vangelo e ogni giorno ne leggiamo un brano o abbiamo paura, non siamo abituati? … Ascoltare la Parola di Gesù nutre l’anima, la fede. La Sua Parola entra nel nostro cuore e ci fa più forti nella fede’

Solo così possiamo ‘rimanere nel Suo amore’ e diventare, nonostante le nostre debolezze, comunicatori di gioia evangelica, di speranza e felicità di essere con Dio e nel Cuore di Dio, ‘una cosa sola con Gesù e con il Padre suo’.

Antonio Riboldi – Vescovo
www.vescovoriboldi.it

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 10, 27-30
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Aprile 2016
  • Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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