Commento al Vangelo del 16 Settembre 2018 – Piccole Suore della Sacra Famiglia

MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA?

In quel tempo, 27. Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: “La gente, chi dice che io sia?”.

Il brano di questa domenica si divide in tre parti: l’indagine svolta da Gesù sul parere della gente e dei discepoli riguardo alla sua persona; l’annuncio della passione; le condizioni per la sequela.

Troviamo espresso il centro del messaggio del Vangelo di Marco: Gesù è il Cristo, il Messia atteso. È un Messia al contrario, completamente all’opposto di colui che il popolo si attendeva. È colui che deve soffrire e Pietro non sa accettare questa terribile fine che Gesù preannuncia.

Gesù parte da Betsaida con i suoi discepoli e si dirige verso Cesarea di Filippo, a nord. Il nome antico era Panion, dal nome del dio Pan, al quale era stato edificato un tempio. Successivamente ampliata dal tetrarca Filippo , fu chiamata Cesarea, in onore di Augusto. La sua posizione è proprio al confine tra i giudei e i pagani, perché si trova ai piedi del monte Hermon, dal quale sorge il fiume Giordano. In questa città, luogo più lontano dalla città di Gerusalemme, Gesù comincia a parlare della sua passione. Secondo alcuni esegeti la sceglie appositamente.

Nel primo versetto del brano, Gesù indaga circa l’opinione che hanno su di lui le persone.

28.   Ed essi gli risposero: “Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti”.

Secondo la gente, Gesù poteva essere Giovanni Battista ritornato miracolosamente in vita dopo la decapitazione ad opera di Erode. Secondo altri, è Elia, oppure uno dei profeti scomparso senza lasciare traccia. L’opinione popolare si ferma a considerare Gesù come uno qualunque dei grandi profeti del passato. Nessuno riconosce in Lui il Messia.

29.   Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”.

La professione di fede di Pietro, fatta a nome di tutto il gruppo, richiama la fede pasquale della comunità cristiana delle origini, che afferma la messianicità di Cristo.

“Ma voi, chi dite che io sia?”: non basta che noi ripetiamo una formula imparata a memoria. Dobbiamo andare in profondità: chi è veramente per me il Cristo? L’ho incontrato davvero? È Lui la sorgente della mia felicità? È Lui lo scopo della mia vita? È Lui che mi ha sconvolto l’esistenza quando ha posto lo sguardo su di me? Quale esperienza posso dire di aver fatto di Lui?

“Tu sei il Cristo”: Cristo significa Messia (= unto, consacrato), re. Egli è il motivo per cui i discepoli hanno lasciato tutto e si sono messi alla sua sequela. È l’atteso che realizza le profezie dell’Antico Testamento.

Facciamo nostra la risposta di Pietro e lasciamoci guidare da Cristo, per Cristo, in Cristo. Realizzeremo la volontà del Padre e avremo la pace che nasce dalla risposta piena al disegno  divino, che è sempre di salvezza.

30.   E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

Gesù non conferma quanto Pietro proclama. Chiede, invece, silenzio sulla sua persona: Egli si rivelerà pienamente solo sulla croce e sarà riconosciuto da un pagano.

La morte di Cristo è l’apice di una vita fatta dono totale: lava i piedi, guarisce i malati, risuscita i morti, perdona i peccatori, tocca i lebbrosi, fa camminare gli storpi, rende la vista ai ciechi, fa udire i sordi. Tutti segni che parlano da soli, che si divulgano da soli, ma Lui chiede il silenzio. Solo dopo la risurrezione si capirà la portata del suo offrirsi per l’umanità, del suo farsi servo dell’uomo. Vogliamo assomigliargli?

31.    E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.

I profeti dell’Antico Testamento hanno subito una persecuzione e una fine cruenta. Gesù preannuncia anche per sé la morte violenta in quanto, come mandato dal Padre, sa che il suo stile di vita controcorrente incontra l’avversione delle autorità. Diversamente dal passato, Gesù risorgerà: è l’annuncio di un evento eccezionale, mai avvenuto prima. Egli vince la morte!

“Il Figlio dell’uomo”: è un termine comprensibile solo in ambito ebraico e significa una persona che appartiene sia al mondo divino che al mondo umano.

“Doveva molto soffrire”: il verbo “dovere” viene usato per esprimere una necessità che nasce non da un’imposizione morale, ma dall’amore. È una conseguenza profonda, naturale, non può essere diversamente: il fuoco scalda, l’acqua bagna. Gesù è venuto apposta per dare la vita per noi e “deve” darla per compiere il dono supremo di amore e realizzare la promessa di Dio.

“Venire ucciso”: Gesù non annuncia una morte naturale, ma una morte violenta, un “martirio”,

cioè la testimonianza di un amore più grande della vita e più forte della morte.

“Dopo tre giorni, risorgere”: la morte non è la parola definitiva. Solo a Dio spetta l’ultimo atto che è vita, amore, felicità eterna. Compiuto il passaggio attraverso la morte giungiamo alla pienezza e il nostro corpo viene trasfigurato e glorificato. Gesù compie per primo questo passaggio e ci apre la porta del Cielo. Se viviamo di Lui, se moriamo con Lui, parteciperemo anche alla sua risurrezione.

32.   Faceva questo discorso apertamente.

È tipico di Marco parlare della franchezza (parresía in greco) della predicazione di Gesù. Egli ha coraggio nell’affrontare ogni avversità pur di essere fedele alla sua missione. Non si nasconde per paura dei nemici, non annacqua il messaggio, ma il suo annuncio è chiaro e coraggioso.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

Pietro si arroga l’autorità di riprendere il Maestro e funge da tentatore. Non è più il discepolo, ma è colui che pretende di insegnare a Gesù una linea di comportamento che è conforme alla mentalità di satana, non a quella di Cristo. Per questo Gesù lo apostrofa e gli intima di tornare al suo posto, di mettersi dietro a lui, non davanti : “Va’ dietro a me” (opíso mou).

Seguire Gesù vuol dire accettare la croce, il patire, la morte. Chi non riconosce nel Crocifisso il Risorto non può far parte dei discepoli di Gesù e non può partecipare alla sua risurrezione. Dire di amare il Signore e rifiutare la croce è una contraddizione che divide da Lui.

I pensieri di Dio sono infinitamente diversi dai pensieri umani: “Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie” – dice il Signore. – Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri” (Isaia 55,8-9).

Noi cerchiamo il successo, Cristo ci salva con il fallimento. Noi cerchiamo la vita comoda, Cristo sceglie il dolore per dirci quanto ci ama. Noi cerchiamo la carriera, Cristo si china a lavarci i piedi, a fasciarci le ferite. Noi vogliamo emergere, Cristo si innalza sulla croce. Dobbiamo compiere una conversione radicale di mentalità, come ha dovuto fare il capo dei discepoli, l’apostolo Pietro.

34.   Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Come conseguenza del discorso precedente, Marco sottolinea le esigenze della sequela di Cristo.

Gesù si rivolge ai discepoli e alla folla dichiarando che non è possibile seguire le sue orme senza porre Lui al di sopra di ogni proprio progetto o desiderio; senza accettare l’umiliazione e il martirio

della croce, tristemente conosciuto perché comunemente inflitto dai Romani nella loro occupazione della Palestina.

35.   Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”.

Non ha mezzi termini il Signore: offre chiaramente la prospettiva di un cammino serio che conduce al dono della vita sia in modo cruento che incruento. Gli ascoltatori di ieri e di oggi non possono avere dei dubbi: occorre fare una scelta per esclusivo amore di Dio, senza la ricerca del proprio interesse, solo attratti da un amore esclusivo, in totale offerta di sé in olocausto alla volontà del Padre.

Chi dà la forza per essere fedeli nel momento della persecuzione? Solo lo Spirito di Dio, lo stesso che ha sostenuto la madre trentenne di tre bambini, cristiana, morta sgozzata davanti al marito musulmano, per mano dei terroristi islamici, che le intimavano di togliersi il crocifisso dal collo. Lei ha rifiutato di rinnegare la sua fede e dato la testimonianza con il sangue: e noi?

Possiamo intraprendere il cammino di sequela di Cristo solo perché attratti dalla forza dell’Amore, solo perché abbandonati completamente alla Parola di Gesù che promette la salvezza e la vita eterna. Tutto dipende da quanto aderiamo al nostro Signore e Salvatore. Sta a noi la scelta.

Suor Emanuela Biasiolo

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XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

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Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
 
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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