Commento al Vangelo del 16 aprile 2017 – don Giovanni Berti – Gioba

Commento al Vangelo a cura di don Giovanni Berti 

Pasqua anti-bufala

Fake news! Notizia falsa! Bufala!

È questo quello che temono i capi religiosi del popolo riguardo una possibile resurrezione di Gesù, dopo averlo fatto morire in croce. Nel Vangelo di Matteo immediatamente prima del racconto del ritrovamento del sepolcro vuoto, troviamo i farisei che si rivolgono a Pilato perché faccia in modo che il sepolcro dove è sistemato il corpo di Gesù sia sorvegliato, per evitare che vengano di notte i suoi discepoli a portare via il cadavere e andare poi in giro a dire che è risorto. Questa sarebbe una bufala peggiore di tutte le altre dette da Gesù quando era in vita riguardo sé stesso e Dio.

Ecco perché si racconta anche delle guardie nell’episodio della Pasqua, guardie che risvegliate dallo svenimento della resurrezione, vanno poi a riferire quel che è successo, e sono obbligate a portare in giro la “bufala” secondo la quale hanno visto il corpo di Gesù trafugato di notte dai suoi discepoli. L’evangelista Matteo annota che questa diceria (in termini moderni “fake news” o “bufala”) si è diffusa e continua a girare anche oggi tra i Giudei. Ma anche nel nostro “oggi” sembra che la resurrezione sia una bella ma inutile “bufala”

In mezzo alla paura di una bufala e la creazione di una bufala, ci stanno i fatti della resurrezione di Gesù, così come la fede ci insegna. Per le donne discepole venite al sepolcro, quello che accade non è affatto una falsa notizia, ma una realtà che non va taciuta.

Quando vedono l’angelo sono impaurite. Infatti erano venute al sepolcro senza tante attese e ora sperimentano davvero qualcosa che è così incredibile da sembrare falso: Gesù, l’amico, il maestro, il Signore è risorto! Non è da ricercare tra i morti ma tra i viventi.

E dove va ricercato? Lo loro sia l’angelo e poi lo stesso Risorto: in Galilea, quel luogo lontano dal centro religioso di Gerusalemme, la città che si è dimostrata incapace di accogliere Dio, e con la scusa della fedeltà alle tradizioni ha fatto fuori il Messia tanto atteso.

Gesù risorto è la notizia che la Galilea attende e che ha bisogno di annunciatori coraggiosi e decisi.

La Galilea rappresenta il mondo intero, con le sue contraddizioni e la sua mescolanza di vite, di tradizioni, di religioni, di problemi, di conflitti. È lì che Gesù è vivente per sempre, e non in un sepolcro che se contenesse ancora Gesù morto allora sì che confermerebbe che tutto quello che lui ha detto e fatto in fondo è solo una grande bufala su Dio!

Le donne e poi i discepoli, con tutto il carico dei loro dubbi e paure, sono però chiamati a portare questo annuncio di vita e di risurrezione, con parole e gesti.

Gesù è quella verità della misericordia di Dio che vuole smentire le bufale umane secondo le quali Dio è assente, Dio è cattivo, per chi sbaglia non c’è scampo, la guerra è l’ultima parola, la vendetta è la soluzione ai torti, solo chi possiede denaro e potere è vincente…

Oggi con quello che succede nel mondo, sia livello globale che nella piccolezza della vita attorno a noi, sembra davvero che la resurrezione sia una bella notizia ma in fondo falsa e quindi inconsistente. Magari non lo diciamo apertamente, ma lo pensiamo in fondo al cuore. E se riduciamo la nostra vita di cristiani solo a dei riti e tradizioni ma senza vita concreta, allora sì che diventiamo testimoni di una bufala e il mondo non ci crede.

Ogni volta invece che trasformiamo in gesti concreti il vangelo, allora l’annuncio che Gesù è vivo, diventa una notizia vera e certificata, e quindi ancora capace di cambiare il mondo.

Giovanni don

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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 aprile 2017 anche qui.

Domenica di Pasqua della Risurrezione

Gv 20, 1-9
Dal Vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:

«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» .
Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.

Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16- 22 Aprile 2017
  • Tempo di Pasqua I, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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