Commento al Vangelo del 10 Marzo 2019 – Wilma Chasseur – Lc 4, 1-13

PECCATO INCENERITO

La novità che m’è saltata agli occhi in questo vangelo è questa: contrariamente a quanto pensavo, Gesù non rimase sempre nel deserto, ma c’è scritto che il demonio, prima lo condusse in alto e poi lo condusse addirittura a Gerusalemme sul pinnacolo del tempio e gli propinò la famosa tentazione di buttarsi giù. Quindi furono tentazioni dinamiche, non statiche: c’è un crescendo non solo nell’intensità della proposta, ma anche nel senso di movimento. Misterioso questo aspetto! Ma procediamo con ordine. Abbiamo iniziato con il rito delle ceneri: cosa significa?
Ho sentito due predicatori: uno diceva che se non seguiamo la volontà di Dio e le buone ispirazioni possiamo ridurre in cenere ogni nostra energia buona e ogni bene: in men che non si dica possiamo vedere volatilizzato come cenere al vento, il bene fatto. L’altro, imponendo le ceneri sulla fronte diceva: “Che il tuo peccato sia ridotto in cenere”. Vere entrambe le vedute, ma la seconda ci dice che non potremo mai andare così lontano dal Signore da non poter essere riacciuffati: per lontani che possiamo essere, potrà sempre raggiungerci e ridurre in cenere qualsiasi danno abbiamo fatto.

La fame

Prima tentazione, la fame: ecco la radice di ogni peccato. Noi siamo fame di potere, di successo, di piacere e facilmente soccombiamo. Se nutriamo la bestia dalle sette fauci, questa invece di placarsi, dopo il pasto ha più fame di prima. Fame dobbiamo esserlo, ma di che cosa? O meglio di chi? Di Dio! Ecco cosa dobbiamo diventare: appetito di bene e del massimo bene che è Dio; allora le altre fami non avranno più nessun potere su di noi. “Non di solo pane vive l’uomo …”
La tentazione che ha subito Gesù è stata ben più tragica delle nostre perché il maligno tenta addirittura di dividerlo dal Padre. Lui che era uno col Padre. Quindi nel momento in cui colpisce l’umanità colpisce anche la divinità. Ma lui, contrariamente a noi, era indenne dal “fascino” del peccato perché essendo Dio, era esente dalla concupiscenza e la tentazione scivolava via come l’acqua sull’impermeabile. Quindi ha trionfato alla grande …

Il potere

Seconda tentazione, il potere. “Se ti prostrerai ….” Ma Gesù obietta: “Sta scritto Dio solo adorerai.” Dio solo è l’assoluto. Stiamo attenti a non mettere qualcuno o qualcosa al primo posto. Né cose, né persone. Dobbiamo appoggiarci al soffitto e non sul pavimento. Così se ci viene a mancare la tal cosa o la tal persona non crolliamo, perché appoggiati saldamente ad UN ALTRO. Se sentiamo che qualcosa ci attira troppo l’abbiamo già assolutizzato: prendiamo le distanze per infrangere la barriera e ritrovare la nostra libertà di figli di Dio. Se per noi i mezzi diventano un fine, sarà la … fine della libertà.

Terza tentazione. Il desiderio di essere in alto. Lo porta a Gerusalemme, sul pinnacolo del tempio.
Ma Gesù trionfa con l’umiltà. Ecco l’arma invincibile che fa trionfare sulle tentazioni. Chi si reputa il più miserabile di tutti sarà il più protetto dal demone dell’orgoglio. I padri del deserto dicevano che chi sa riconoscere i propri peccati, davanti a Dio, è più grande di uno che risuscita i morti.

* Le cinque fasi della tentazione
Attenti dunque alle 5 fasi della tentazione: la suggestione, il dialogo, la lotta, il consenso e il peccato. Primo: mai accogliere la suggestione o immagine, mai dialogare con essa (se Eva non avesse ascoltato il tentatore, non sarebbe caduta). Così non avrai bisogno di lottare contro e di resistere per non cadere. Resisti al male e questo fuggirà da te. Respingilo nel nome di Gesù e vincerai nel suo nome. Da soli è dura, ma con Lui la vittoria è sicura!

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