Commento al Vangelo del 10 Giugno 2018 – Figlie della Chiesa

Nella pericope evangelica di questa domenica troviamo due racconti, uno all’interno dell’altro. Possiamo infatti mettere i vv. 20- 21 e 31-35 con il titolo di “la vera famiglia di Gesù” mentre i vv. 22-30 con quello di “Gesù mette fine al regno di Satana”.

Troviamo Gesù che, come di solito, è circondato dalla folla così numerosa che non trova il tempo per mangiare. Questo ci rivela la dedizione di Gesù verso la gente, il suo amore, il suo essergli “pastore”. Il suo desiderio inoltre è quello di insegnare a tutti la via che conduce al Padre.

Ma questa passione per l’annuncio viene interpretata dai suoi parenti con una pazzia: per questo vorrebbero portarlo via. Gesù è rifiutato dai parenti, è rifiutato dai suoi allora e anche ora perché la sua proposta è controcorrente. Ma questa follia è la sapienza di Dio che sa strappare dalla morte e donare la vita vera. Occorre conversione del pensiero e del cuore; occorre farsi poveri e umili, trascurare se stessi per donarsi agli altri.

Qui comincia il secondo racconto: ci sono dei maestri della legge che sono arrivati da Gerusalemme, luogo del rifiuto e della condanna, che ritengono Gesù posseduto da Satana.

Attraverso le domande che Gesù stesso pone, vuole dimostrare quanto siano assurde queste accuse. Gli accusatori vedono i miracoli di Gesù ma si rifiutano di accoglierli come segni della presenza del regno di Dio in mezzo a loro. Sono sazi della loro sapienza, della loro conoscenza della legge. È come fossero dei ciechi davanti all’evidenza dei fatti che Gesù mostra: Egli scaccia Satana e quindi non può essere dalla sua parte.

Gesù riprende e amplia il concetto dimostrando che la sua azione è diretta contro di lui, contro “l’uomo forte” che vigila la “sua casa”. Gesù è venuto per mettere fine al regno di Satana e al peccato che tiene l’uomo separata da Dio. Solo lui, in quanto Figlio di Dio, può, con la sua potenza e volontà scacciare Satana.

Il v. 28 riporta un’affermazione molto forte: non verrà perdonato il peccato che rinnega l’opera divina; di chi cioè non riconosce l’azione e la presenza di Dio, attraverso il suo Spirito, in Gesù dopo la sua croce e risurrezione. Chi lo rifiuta si rende cieco, non capace di riconosce l’amore e il perdono incondizionato di Gesù.

Gli ultimi versetti ci fanno comprendere chi è la famiglia di Gesù. Chi sa accogliere Cristo Gesù e la sua parola intesse con lui legami nuovi, rapporti fondati sull’amore donato da Dio. La sua vera famiglia ha legami differenti da quelli di sangue. E quindi Egli non appartiene più a loro in quanto il solo legame di sangue non permette loro di capire Gesù e quindi di accoglierlo.

Si è “familiari” di Gesù facendo la volontà del Padre e accogliendo Gesù, che è l’immagine del Padre. Solo seguendo Gesù il Cristo si trova la fonte della vita e l’amore del Padre ci rende tutti fratelli.

“Chi lo ascolta, non solo si trasforma in lui, diventandogli fratello e sorella. Partecipa misteriosamente alla maternità stessa di Maria, che lo ha generato al mondo”. (Silvano Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo, pag 127)

Domande per una riflessione personale

  • Quanto sono capace di oppormi con forza a ciò che oggi impedisce il compimento del Regno?
  • Le mie scelte e le mie azioni sono intrise di carità?
  • Posso dire che, come Gesù, vivo la mia esistenza più preoccupato degli altri che di me stesso?
  • Sento la mia vicinanza a Gesù? Come costruisco questa “relazione di parentela” con lui?

Appendice

La preoccupazione dei parenti

Si capisce, allora, perché il Salvatore dice al Padre: “Tu conosci la mia follia” (Sal 68,6), e si trattava proprio di colui che nel Vangelo doveva essere legato come un pazzo, come appunto volevano i suoi parenti, e che i nemici oltraggiavano con queste espressioni: “è posseduto dal demonio! È un samaritano!” (Gv 8,48) (Girolamo, Lettera a Eustochio 108,19)

L’intenzione demoniaca di dominare la volontà

Quanto poi alle parole del Signore: Satana non può scacciare Satana (Mc 3,23), perché nessuno, per aver scacciato un demonio invocando il nome di qualche infima potestà, ritenga falsa questa massima del Signore, ma riconosca questo significato: che Satana, anche quando risparmia il corpo o i sensi del corpo, li risparmia per assicurarsi, con l’errore dell’empietà, un maggiore successo sulla volontà dell’uomo stesso. In questo modo Satana non esce, ma penetra più intimamente per operare in lui, come dice l’apostolo: Secondo il principe delle potenze dell’aria che ora opera nei figli della ribellione (Ef,2,2). Egli infatti non sconvolgeva né tormentava i sensi del corpo né percuoteva i loro corpi, ma regnava nella loro volontà o meglio ancora nella loro cupidigia. (Agostino, 83 questioni diverse 79,2)

Lo Spirito unisce quelli che sono in discordia con se stessi

Il motivo per cui il Signore proferì quella frase era sorto dalla menzione da lui fatta dello spirito immondo, che il Signore dimostrò essere in discordia con se stesso, per esaltare lo Spirito Santo, che non solo non è in discordia con se stesso, ma rende anche concordi quelli che egli riunisce, perdonando i peccati che sono in contrasto tra loro, purificandoli e abitando in essi, perché si avveri ciò che sta scritto negli Atti degli Apostoli: La comunità dei credenti viveva concorde e unanime (At 4,32). (Agostino, Discorsi, 71,21,35

La vittoria della croce

Non è dunque difficile vedere che il diavolo è vinto, una volta risuscitato colui che egli ha ucciso. È una cosa più grande, un mistero profondo per la nostra intelligenza, vedere che il diavolo è stato vinto, quando gli sembrava di aver vinto, cioè quando Cristo fu ucciso. Allora infatti quel sangue, perché era il sangue di colui che non aveva assolutamente alcun peccato, fu sparso in remissione dei nostri peccati (cf Mt 26,28; 1Gv 3,5); così coloro che il diavolo con piena giustizia teneva incatenati in una condizione di morte, perché colpevoli di peccato, doveva lasciarli liberi (cf. Eb 2,14) con piena giustizia per merito di colui al quale, benché innocente da ogni peccato, ha fatto subire ingiustamente la pena della morte. È con questa giustizia che il forte è stato vinco, e con questo legame è stato incatenato, affinché gli fossero rapiti i suoi vasi (cf Mt 12,29; Mc 3,27), quelli che presso di lui, con lui e con i sui angeli erano stati vasi di misericordia (cf. Rm 9,22-23). (Agostino, La Trinità 13,15,19)

Abbandonare la fede

In questo modo l’azione della potenza di Dio Padre e Figlio si estende indistintamente su ogni creatura (cf Rm 1,20), mentre vediamo che solo i santi partecipano dello Spirito Santo (cf Rm 8,10; Gal 6,8). Per questo si dice: Nessuno può dire: “Gesù è Signore”, se non sotto l’azione dello Spirito Santo (1Cor 12,3). E alla fine, anche gli stessi apostoli sono ritenuti degni di udire: Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi (At 1,8). Quindi conseguentemente ritengo che ci ha peccato contro il Figlio dell’Uomo certamente è degno del perdono (cf Mt 12,32), poiché colui che partecipa del Verso (o della ragione), se smette di vivere secondo regione, sembra cadere nell’ignoranza e nella stoltezza, e per questo merita il perdono; chi invece è già stato considerato degno di partecipare dello Spirito Santo e si sarà volto indietro, si dice che questo in opere e azioni abbia bestemmiato contro lo Spirito Santo (cf Mt 12,31-32; Mc 3,29). (Origene, I Principi 1,3,7)

Ordine nelle relazioni familiari

Affermò che non appartiene alla sua parentela se non che fa la volontà del Padre suo. Nel numero di tali persone l’affettuoso (figlio) incluse senza dubbio anche (la sua stessa madre) Maria, poiché anch’essa faceva la volontà del Padre. In tal modo l’ottimo e divino Maestro rigettò il nome della madre, che gli era stato annunciato per così dire come privato e personale, perché era terreno a confronto della parentela spirituale (Agostino, Lettera a Leto 243,9)

Fondamento della beatitudine di Maria

Anche Maria era madre, in quanto fece la volontà del Padre. È questo che il Signore volle esaltare in lei: di aver fatto la volontà del Padre, di non aver generato dalla sua carne la carne del Verbo … E lui: Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio, e la custodiscono (Lc 11,28). Come dire: anche mia madre, che tu chiami beata, è beata appunto perché custodisce la parola di Dio, non perché in lei il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi (cf Gv 1,14), ma perché custodisce il Verbo stesso di Dio per mezzo del quale è stata fatta, e che in lei si è fatto carne. (Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 10,3)

Fonte: Figlie della Chiesa

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

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Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3, 20-35

In quel tempo Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”.
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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