Commento al Vangelo del 10 dicembre 2017 – P. Marko Ivan Rupnik – Congregazione per il Clero

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Seconda Domenica di Avvento

Nel vangelo di Marco, a parte l’inizio che fa praticamente da titolo, in quattro momenti Gesù viene chiamato “Figlio di Dio”.

Così lo chiama il Padre nel Battesimo (1,11) e nella Trasfigurazione (9,7). Così lo chiamano i demoni (cfr. Mc 3,11; 5,7) che Cristo stesso zittisce proibendo loro di chiamarlo così. Una volta viene chiamato “Figlio di Dio” da un centurione romano (cfr. Mc 15, 39), nella pienezza della Pasqua, alla sua morte. E poco prima lo chiama “Figlio di Dio” il sommo sacerdote (cfr. Mc 14, 61).

Sono quattro momenti che evidenziano come dalla mentalità dipenda lo sguardo, la lettura, cioè come lo stesso titolo possa essere la causa di metterlo a morte o di riconoscerlo come Dio. Perciò il vangelo di Marco si apre sulla figura di Giovanni il Battista, che predica ed attua un battesimo per la conversione, per la metanoia cioè per un cambiamento della mentalità.

La cosa più importante è la distinzione dei due battesimi, tra il semplice lavacro e l’immersione. Anche qui sottostà una differenza tra due mentalità, una dell’impegno mio per la conversione e una che nasce da quella vita nuova generata dall’essere stati inzuppati nell’acqua, riempiti di Spirito Santo che ci dona la vita secondo Dio e opera in noi la mentalità nuova, secondo questa vita, come cultura della pasqua. Perché la pasqua di Cristo è proprio il cambiamento della vita, è quell’innesto nella vita del Figlio che genera la Chiesa, popolo di battezzati rigenerati nell’acqua dello Spirito perché morti alla vita dell’uomo vecchio, anche alla propria cultura.

Sergej N. Bulgàkov ha detto molto bene che quando uno è battezzato muore e con lui muore anche la sua lingua, la sua memoria, muore anche la sua cultura, muore tutto perché possa risuscitare una nuova mentalità, pulita, purificata, trasfigurata perché non è possibile trasmettere la novità della vita divino umana in forme culturali vecchie (cfr. Mc 2,22). Perché quasi tutte le forme culturali sono o umane o divine. Ma la divino umanità è una novità assoluta, è un accompagnamento della cultura nella sua morte e nella sua risurrezione. Non è vero che il popolo deve esprimere la fede nella sua cultura. Quando uno muore fa un passaggio al Padre ed è questo che la cultura deve esprimere. Il processo pasquale diventa verifica anche della verità di una cultura. Noi prepariamo l’uomo per l’opera dello Spirito affinché diventi come sacramento divino umano.

La divino umanità è la chiave di lettura della venuta del Signore. Marco si riferisce a Isaia ma facendo una sintesi nella quale mette dentro tre testi: Malachia, Isaia e l’Esodo Deuteronomico. Dice “davanti a te” dove è scritto: “davanti a sè” (Mc 1,1). Cambia l’Esodo (23, 20ss) al posto di Malachia (3,1): il davanti a sé è Dio, il “davanti a te” è Dio già riferito a Cristo.

E poi dice: “i suoi sentieri” (Mc 1, 3) che si riferisce proprio ai sentieri di Gesù. “Raddrizzate i sentieri di Gesù” (Mc 1,3) vuol dire esattamente la conversione.

Noi abbiamo dei percorsi della mente, fissi. Perché abbiamo una mentalità fissa. Ognuno di noi ha una mentalità sua, ogni popolo, ogni comunità. Il Battista, con un’immagine molto realistica visto che ha davanti il deserto di Giuda, impervio e scosceso dice “raddrizzate il suo sentiero”, cioè togliete quegli ostacoli dalla vostra mentalità, dal vostro modo di pensare e ragionare, in modo che Lui possa passare liscio, che Lui possa entrare. Togliete quegli impedimenti che fanno un sentiero tortuoso.

Questo è l’uomo, che continuamente cerca di fare qualcosa di suo, anche di sacrosanto, anche di divino, ma suo invece di accettare una vita divino umana.

E questo è l’inizio dell’avvento per cui il Battista ci chiama alla conversione: abbiamo ricevuto una vita che non sopporta queste tortuosità, facciamola entrare con la porta aperta.

P. Marko Ivan Rupnik – Fonte

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II Domenica di Avvento – Anno B

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Mc 1, 1-8
Dal Vangelo secondo Marco

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. 3Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 10-16 Dicembre 2017
  • Tempo di Avvento II
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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