Commento al Vangelo del 1 Luglio 2018 – Charles de Foucauld

CHARLES DE FOUCAULD

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

MEDITAZIONI NUM. 195, NUM. 196 E NUM. 197
Mc 5, 21-43

«E andò con lui»…

Come sei buono, mio Dio, alla prima notizia della malattia di questa bambina, alla prima domanda che ti si fa di guarirla, lasciando tutto, segui colui che ti chiama! Come sei buono! Lasciamo tutto, interrompiamo tutte le nostre occupazioni, non appena si presenta un’opera di carità. Gesù faceva così per gli uomini: imitiamolo! E facciamolo tanto più che non solamente lo imitiamo facendo così, ma è verso Lui stesso che pratichiamo la carità, è verso una delle Sue membra, di conseguenza verso il Suo Corpo, verso Lui stesso che siamo caritatevoli, è per Lui stesso che lasciamo tutto… Quale doppia ragione, infinitamente potente, per farci lasciare tutto non appena la carità chiama!  È Gesù stesso che chiama, ed è il Suo esempio  che ci  incita… Lasciamo tutto anche quando arriva l’ora della preghiera, della meditazione, della fine del lavoro manuale; anche là è Gesù che chiama: chiede non i servizi materiali per il Suo corpo, ma gli omaggi e le tenerezze,  le  parole  d’amore,  le carezze alle quali ha diritto come nostro Dio e nostro SposoCon quale zelo dobbiamo donarGlieli! Come dobbiamo lasciare tutto per offrirGlieli!

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«Figlia mia, la tua fede ti ha salvata; va’ in pace e sii guarita» …

Mio Dio come sei buono! Come sei buono verso questa donna guarendola! Come sei buono verso tutti gli uomini futuri dando loro questo esempio di carità e questa prova della Tua bontà e della fiducia che devono avere verso di Te! Come sei buono verso i presenti provando loro la divinità della Tua missione con questo miracolo! Come sei buono verso tutti gli uomini futuri dando loro questa prova miracolosa della Tua missione divina! Come sei buono verso questa donna, i presenti e tutte le generazioni future, dando loro questa lezione di fede e di umile e muta preghiera!

Siamo caritatevoli come Gesù, per le anime e per i  corpi… Con questa guarigione Gesù fa del bene a un corpo e un bene ancora più grande a una folla innumerevole  di  anime:  facciamo allo stesso modo tutto il bene possibile, seguendo i mezzi che Dio ci dà e nell’obbedienza al nostro padre spirituale; questa obbedienza e la possibilità siano i nostri soli limiti… Facciamo del bene ai corpi e alle anime, a tutti e due sempre, per quanto possibile, ma soprattutto, soprattutto alle anime immortali: a entrambi, ma facendo sempre passare le anime infinitamente davanti ai corpi, come Gesù che  faceva qui del  bene  a  un solo corpo e a una folla incalcolabile di  anime…  Abbiamo fede nella potenza di  Dio, di  Gesù Dio, Dio in noi, Dio in ogni uomo, Dio dappertutto («In Lui ci muoviamo e siamo»),  Dio che ci vede dal cielo, Dio che ci vede dal tabernacolo, e abbiamo fede nella Sua bontà,  nel Suo Cuore trafitto, sfinito, morto per noi, per ciascuno di noi…PreghiamoLo in tutti i nostri bisogni, e in tutti i bisogni di coloro di cui ci ha specialmente incaricato, genitori, amici, vicini, tutti quelli che ha messo vicino a noi nel pellegrinaggio della vita, nei bisogni  di tutti gli uomini che sono tutti nostri fratelli, che noi dobbiamo tutti amare con  una tenerezza tanto più grande quanto più amiamo teneramente il loro Padre, Dio, e Gesù di cui formano il corpo, Gesù di cui sono le membra, Gesù che amiamo proprio amando le Sue membra, Gesù che ha donato il Suo sangue per ciascuno di essi… Preghiamo con fede, fede nella bontà e nella potenza di Dio, fede nella Sua promessa cento volte ripetuta di esaudirci ogni volta che Lo  avremmo pregato con fede; preghiamoLo con la fede che ci  esaudirà; che  ci esaudirà o accordandoci ciò che Gli domandiamo, o accordandoci qualcosa di migliore; (poiché nella Sua ineffabile bontà si è riservato questo diritto misericordioso promettendoci  di esaudirci)…

PreghiamoLo senza molte parole, ma con molta fede, umiltà, amore, fiducia filiale: si può pregarlo senza alcuna parola, come ci mostra qui lodando la preghiera muta di questa donna; uno sguardo, un desiderio, un’elevazione umile e tenera verso di Lui sono sufficienti: «Non pregate con molte parole come i pagani», ha detto… «Non hanno vino» … «Colui che ami, è ammalato» … E qui, un semplice tocco… Ecco le preghiere che piacciono a Colui «che conosce tutto ciò di cui abbiamo bisogno prima che chiediamo». Il nostro bisogno da se stesso chiede a Colui che vede tutto; accompagniamo questa domanda naturale con uno sguardo silenzioso verso Dio, con uno slancio muto di fiducia, di abbandono, d’amore, con un grido: «Che si faccia la tua volontà», e siamo sicuri che saremo esauditi e che riceveremo per noi, per gli altri, per tutti gli uomini ciò che è  più desiderabile, le migliori grazie del  Padre delle Misericordie…

Oh! Sì, mio Dio, che la Tua volontà si faccia in me, e in tutti gli uomini… Non domando niente di più, ma chiedo questo con tutta la mia anima, in Te, con Te e per Te. Amen, amen, amen.

Mio Dio, come sei buono! A questa giovane ragazza Tu restituisci la vita, e nello stesso tempo, i mezzi, le grazie per acquisire nell’eternità un aumento di felicità…  A  questi genitori Tu restituisci la loro figlia… Ai tuoi apostoli, a questa famiglia, a tutti coloro che hanno avuto allora conoscenza del miracolo e a tutti coloro  in  seguito hanno conosciuto i  tuoi Vangeli, hai dato o aumentato la fede nella Tua missione divina, dato una lezione di carità, dato un insegnamento sul  dovere di  credere, con questa parola: «Credi solamente»,  hai mostrato fino a dove bisogna spingere la bontà, la tenerezza, la delicatezza della bontà,  non accontentandoTi di resuscitare questa bambina, ma dicendo dopo: «Datele adesso da mangiare», non disdegnando, subito dopo aver fatto questo grande miracolo, di entrare in questo piccolo dettaglio familiare, in questa piccola cura materna… A tutti coloro che hanno conosciuto questo miracolo, ispiri fiducia, speranza, coraggio, facendo loro vedere l’infinita bontà del Tuo Cuore… Porti, con tutti questi benefici e soprattutto con questa vista della Tua infinita bontà, gli uomini ad amarTi, o Dolcissimo Gesù, e ad amare la Beata Trinità di cui sei la seconda Persona…

Crediamo… Crediamo che Gesù può tutto e che ci  accorderà tutto ciò che Gli  chiediamo  con fede: ce l’accorderà, perché è infinitamente buono e Onnipotente; ce l’accorderà tanto  più che ce l’ha formalmente promesso; ce l’accorderà, sia dandoci la cosa chiesta sia dandocene una migliore; se ci fa attendere, se riceviamo tardi o  mai,  siamo  sicuri  che l’attesa è ciò che è meglio per noi, che ricevere tardi o mai è meglio per noi che ricevere subito… Siamo caritatevoli sia per le anime sia per i corpi, finché Dio ce ne  dà  modo,  finché i Suoi rappresentanti ce lo permettono, finché Dio lo vuole da noi; facciamo del bene alle anime, lavoriamo alla loro salvezza, al loro perfezionamento; consoliamo i loro cuori; curiamo i corpi: le tre cose  sono necessarie; Gesù ci  dà  l’esempio delle tre; dobbiamo le  tre a Gesù, al corpo di Gesù, alle membra di Gesù e, di conseguenza, a tutti gli uomini , tutti membra di Gesù, tutti parte di Gesù: «Tutto ciò che fate ad uno di questi piccoli, lo fate a me»… Dobbiamo fare a tutti gli uomini, ai corpi, ai cuori, alle anime, tutto il  bene che il  padre più tenero vuole che i suoi figli si facciano tra di loro…

E siamo delicati senza fine nella nostra carità; non limitiamoci ai grandi servizi, abbiamo questa tenera delicatezza che entra nei dettagli e sa con dei niente mettere tanto balsamo nei cuori — «Datele da mangiare», dice Gesù —, entriamo allo stesso modo con quelli che sono vicino a noi nei piccoli dettagli di salute, di consolazioni, di preghiere, di  bisogni, consoliamo, curiamo con le più minuziose attenzioni; abbiamo, per quelli che Dio mette vicino a noi, queste tenere, delicate, piccole attenzioni che avrebbero tra loro dei fratelli tenerissimi, e delle madri tenerissime per i loro figli, per consolare per quanto possibile tutti coloro che ci circondano ed essere per essi un oggetto di consolazione e un balsamo come lo  fu sempre Nostro Signore per tutti coloro che lo accostarono, sia per la Santa Vergine e San Giuseppe, sia per gli apostoli, Santa Maddalena e tutti gli altri… A quale punto fu una consolazione, una dolcezza per coloro che lo accostarono; dobbiamo, per quanto sta a noi, cercare di assomigliarGli in questo come in tutto, e passare in questo mondo, santificando, consolando, curando nella più grande misura che ci è possibile.

 Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo .

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 1 Luglio 2018 anche qui.

Mc 5, 21-432
Dal Vangelo secondo Marco

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Giugno 2018
  • Tempo Ordinario XI
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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