Azione Cattolica – Commento al Vangelo di domenica 29 Agosto 2021

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Nelle buone pratiche igieniche che gli scribi e i farisei usavano in ordine alla purità cultuale, Gesù individua un formalismo religioso che ritiene frutto di precetti di uomini e che, se fine a sé stessi, non costituiscono una rassicurazione circa la propria fedeltà al Dio dell’Alleanza.

Al Padre che sta nei cieli non interessa l’igiene in sé, quanto piuttosto il nostro cuore, inteso come simbolo non solo della nostra affettività, ma anche e ancor più della nostra libertà di prendere decisioni esistenziali che orientino la vita verso di Lui. La polemica di Gesù con i farisei ci invita a far luce su eventuali nostre riduzioni del comandamento dell’amore di Dio e del prossimo a ciò che rientra più facilmente nei paradigmi culturali del nostro tempo.

Gesù spiega alla folla che non è ciò che è fuori dall’uomo che, entrando in lui, può renderlo impuro. Al contrario, dal suo cuore “escono i propositi di male” che lo rendono impuro, cioè inadeguato ad accogliere la chiamata di Dio, alla pienezza della vita e della libertà in comunione con Lui.

Con queste parole Gesù esalta il valore della coscienza, il livello più intimo della persona, in cui ciascuno di noi è sfidato ad ascoltare la voce di un Altro che gli parla e non la sua stessa voce. Infine, questo brano evangelico ci fa capire che non è la società che rende gli uomini migliori o peggiori; sono gli uomini, al contrario che, con le risorse dei loro talenti, della loro libertà e della loro volontà possono rendere il mondo migliore di come lo hanno trovato.

A cura dei Convegni di cultura beata Maria Cristina di Savoia.


Fonte | Per gentile concessione dell’Editrice AVE