«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.
Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».La gratuità è un po’ come una palestra, ottiene risultati solo a patto che ci si eserciti. Infatti non è tra le cose più spontanee del mondo quello di fare le cose senza aspettarsi un contraccambio. Eppure se c’è uno sforzo lecito da fare nella vita, è proprio quello di imparare a fare le cose a fondo perduto, senza ottenere automaticamente un contraccambio. La logica della gratuità , allora, pian piano ci guarisce e ci restituisce una serenità che solitamente va a farsi benedire tutte quelle volte che nonostante i nostri sforzi dall’altra parte non riceviamo proprio un bel niente.
Capita allora che sei disposto ad ascoltare anche se non sei sempre ascoltato, sei disposto a comprendere anche se non sei sempre compreso, sei disposto a dare anche se quasi mai ricevi, e in tutto ciò non ti senti frustrato ma felice, perché hai potuto esercitare il massimo grado della tua libertà , cioè fare le cose senza nessuna ricompensa, ma solo per amore di volerle fare. I gratuiti non sono dei bonaccioni, ma dei liberi.
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 14, 12-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.