Il Vangelo del Giorno, 24 dicembre 2015 – Lc 1, 67-79

Il testo ed il commento al Vangelo del 24 dicembre 2015 – Lc 1, 67-79, IV settimana del tempo di Avvento – Anno I.

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  • Colore liturgico: viola
  • Le letture del giorno: 2 Sam 7, 1-5.8-11.16; Sal 88; Lc 1, 67-79

Lc 1, 67-79
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Meditare il Natale. Commento alle letture festive di Avvento e Natale

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Commenti al Vangelo di Lc 1, 67-79

 Lc 1, 67-79

Commento dei Carmelitani

Il Cantico di Zaccaria è uno dei molti cantici delle comunità dei primi cristiani che troviamo sparsi negli scritti del Nuovo Testamento: nei vangeli (Lc 1,46-55; Lc 2,14; 2,29-32), nelle lettere paoline (1Cor 13,1-13; Ef 1,3-14; 2,14-18; Fil 2,6-11; Col 1,15-20) e nell’Apocalisse (1,7; 4,8; 11,17-18; 12,10-12; 15,3-4; 18,1 fino a 19,8). Questi cantici ci danno un’idea di come erano vissute la fede e la liturgia settimanale in quei primi tempi. Lasciano intravedere una liturgia che era, nello stesso tempo, celebrazione del mistero, professione di fede, animazione della speranza e catechesi.

Qui nel Cantico di Zaccaria, i membri di quelle prime comunità cristiane, quasi tutti giudei, cantano l’allegria di essere stati visitati dalla bontà di Dio che, in Gesù, venne a compiere le promesse. Il cantico ha una bella struttura, ben elaborata. Sembra una lenta ascesa che conduce i fedeli verso l’alto della montagna, da dove osservano il cammino percorso fin da Abramo (Lc 1,68-73), sperimentano l’inizio del compiersi delle promesse (Lc 1,74-75) e da lì guardano avanti prevedendo il cammino che il bambino Giovanni deve percorrere fino alla nascita di Gesù: il sole di giustizia che viene a preparare per tutti il cammino della Pace (Lc 76-79).

Zaccaria inizia lodando Dio perchè ha visitato e redento il suo popolo (Lc 1,68) suscitando una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo (Lc 1,69) come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti (Lc 1,70). E descrive in cosa consiste questa salvezza potente: salvarci dai nostri nemici e dalle mani di quanti ci odiano (Lc 1,71). Questa salvezza è il risultato non del nostro sforzo, bensì della bontà misericordiosa di Dio che ricordò la sua santa alleanza ed il giuramento fatto ad Abramo, nostro padre (Lc 1,72). Dio è fedele. E’ questo il fondamento della nostra sicurezza.

A continuazione Zaccaria descrive in cosa consiste il giuramento di Dio ad Abramo: è la speranza che “liberati dalle mani dei nemici possiamo servirlo, senza timore, in santità e giustizia, al suo cospetto, per tutti i nostri giorni”. Ecco il grande desiderio della gente di quel tempo, che continua ad essere il grande desiderio di tutti i popoli di tutti i tempi: vivere in pace, senza timore, servendo Dio ed il prossimo, in santità e giustizia, tutti i giorni della nostra vita. E’ questo l’alto del monte, il punto di arrivo, che spuntò all’orizzonte con la nascita di Giovanni (Lc 1,73-75).

Ora l’attenzione del cantico si dirige verso Giovanni, il bambino appena nato. Sarà profeta dell’Altissimo, perché andrà innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei peccati (Lc 1,76-77). Qui abbiamo un’allusione chiara alla profezia messianica che diceva: “Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore, perché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato” (Ger 31,34). Nella Bibbia, “conoscere” è sinonimo di “sperimentare”. Il perdono e la riconciliazione ci fanno sperimentare la presenza di Dio.

Tutto questo sarà frutto dell’azione misericordiosa del cuore di Dio e avverrà pienamente con la venuta di Gesù: il sole che sorge dall’alto per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della Pace (Lc 1,78-79).

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