Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: “Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo?
Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà , nessuno saprà di dove sia””. Il ragionamento di questi abitanti di Gerusalemme non fa una piega: Dio se è Dio deve stupirci, deve essere circondato da un alone di mistero, deve saper fare qualche effetto speciale, mentre invece di Gesù si sa tutto, si sa da dove viene, chi è la sua famiglia, dove ha giocato, dove ha studiato. Uno che si conosce non può essere Dio.
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La logica è un po’ come stare davanti alla donna della tua vita e ignorarla perché magari ci sei cresciuto insieme, mentre nella tua testa ti sei immaginato che la donna della tua vita sarebbe arrivata non si sa da dove e quando, e si sarebbe palesata a te come una ninfa o una sirena. I principi azzurri non arrivano sul cavallo bianco, e magari non sono nemmeno azzurri, ma rimangono principi.
Lo sono perché diventano decisivi per la tua felicità ma sono completamente impastati di normalità . Dio ha scelto la stessa modalità , per venirci incontro ha scelto di abitare la nostra vita, la nostra storia. Non voleva stupirci, voleva sorprenderci. È la sorpresa di accorgersi che è davanti a noi, ad un passo. E soprattutto che è ora, che è adesso. “Lui è qui” direbbe Charles Peguy.
La vera conversione dovrebbe riguardare allora il nostro sguardo, i nostri occhi. Saper guardare in maniera nuova la stessa cosa e non cercare semplicemente qualcosa di nuovo. La novità è nascosta nelle pieghe. La novità è sapersi accorgere. Tutta la vita spirituale dovrebbe essere un tentativo di superare il sensazionalistico e di trattare invece con tutta la sacralità di cui siamo capaci le cose normali, le cose di ogni giorno, il già visto che abitiamo.
“Dio è lì, nei dettagli”, diceva un grande architetto, e aspetta noi, e aspetta che lo prendiamo sul serio e che costruiamo a partire proprio da quel dettaglio.
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Gv 7, 1-2. 10. 25-30
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà , nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.