Vangelo del Giorno – 10 Maggio 2017 – don Luigi Epicoco

“Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno”.

Che chiarezza Gesù nel Vangelo di oggi. Avere la fede non significa vivere con l’ansia addosso di un Dio che ti guarda, ti controlla e si appunta ogni tua caduta. Avere la fede assomiglia al gesto di qualcuno che da una barca ti lancia un salvagente a te che sei nell’acqua, e lo fa perché tu non affoghi, perché tu viva. Ma nessuno può costringerti ad abbracciare per forza quel salvagente. Se non lo fai e affoghi non devi pensare che la morte l’hai ricevuta come condanna da chi ti ha lanciato il salvagente ma come conseguenza a una tua libera scelta di non aver voluto usarlo al momento opportuno.

Cristo è venuto come un salvagente lanciato dal Padre nel mare della nostra storia. Aggrapparci a Lui significa avere la vita salva, ma rifiutarlo non significa cadere nell’ira Divina. Dio ci ama, e non pianifica condanne ma al massimo ratifica le nostre scelte. Quelle si che posso diventare il nostro inferno. Dovremmo liberarci dall’ansia di sentirci controllati da Dio. Dovremmo liberarci dalla dittatura dei sensi di colpa, altrimenti rischiamo di essere buoni perché abbiamo paura e non perché lo abbiamo scelto.

Dovremmo guardare le nostre scelte in maniera più seria. È lì che si gioca la nostra partita: non nei cieli ma sulla terra.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Gv 12, 44-50
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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