Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 6 Febbraio 2021

La macchina da presa del regista Marco poggia il focus sul ritorno degli Apostoli dalla missione. La prima missione senza Gesù, dove hanno fatto tutto da soli: insegnato i misteri del regno, guarito i malati liberati gli indemoniati…

Ora ritornano e raccontano tutto a Gesù E la prima reazione di Gesù è quella della compassione per questo gruppo di figli, apostoli che stanno iniziando il loro ministero sulle sue orme per annunciare il regno dell’amore di Dio. Per questo chiede loro di andare in disparte, di isolarsi dalla folla che ancora si accalcava per essere guarita, liberata. Stare in solitudine, in silenzio, trovare Iinsomma ristoro tra di loro e intorno alla persona di Gesù.

Ogni fatica apostolica ancora oggi è sempre ricompensata dalla consolazione della presenza di Gesù nella vita dell’apostolo, del missionario del discepolo che è inviato da Gesù sulle strade del mondo per guarire, liberare, annunciare il regno dell’amore concreto. La seconda scena su cui il focus di Marco si poggia è un’altra compassione che Gesù ha per le folle stesse che continuano a cercare lui e i suoi discepoli per ascoltare la sua parola, per essere guarite, liberate.

Una folla allo sbando, una folla di disperati, una folla che lascia tutto per incontrare Gesù… una folla che  assedia Gesù e i suoi. Bene, Gesù ha compassione di questa folla perché a questa folla manca la Parola che libera e guarisce. Eppure c’erano tanti maestri, rabbini…non è una questione di mancanza di pastori. La questione  era che i Pastori non offrivano la Parola di Dio ma le “dottrine degli uomini”! Gesù rimprovererà proprio gli scribi e Farisei per questo.

Allora la compassione di Gesù è per un’umanità che ha sete della Parola per la sua guarigione e liberazione ma non la riceve. Una sete molto spesso inconscia, non evidente neanche alla persona stessa perché si nasconde nella sete di senso e di felicità. Gesù ha compassione di questa sete e ci viene incontro con la sua Parola. Allora la parola di Dio ci sazia da questa fame e da questa sete e nello stesso tempo ci fa diventare pastori di altri. Qui non si tratta di essere preti per poter essere pastori. Non ci si riferisce allo status ministeriale.

Si tratta di essere padri e madri, di sviluppare l’atteggiamento profondo di “avere cura degli altri” da punto di vista spirituale innanzitutto, e ogni battezzato può,  alla scuola della Parola, diventare padre e madre di un suo fratello, di chiunque incrocia la sua vita. Accogliamo oggi la compassione di Gesù nei nostri riguardi attraverso questa Parola che ci libera e guarisce per essere non solo discepoli ma padri e madri dell’umanità.

Riceviamo compassione per donarla attraverso la nostra quotidianità fatta di gesti e parole di carità. I segni della compassione di Gesù per ogni uomo si rivelino attraverso di te, oggi. Ma per essere segno di questa compassione devi STARE DA SOLO CON LUI. È il modo in cui Gesù ti chiede di prenderti cura di te.

Senza questo “riposo” non si può avere cura degli altri. Non c’è fecondità spirituale.


A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade 

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