Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2020

Quello che Gesù dice in questa pagina evangelica i lettori di Luca lo avevano già vissuto: siamo negli anni 80/85 D. C. quando Luca scrive il suo Vangeloe la distruzione del Tempio era già avvenuta nel 70, le persecuzioni contro cristiani già in atto come tutte le altre calamità naturali che ovunque e sempre ci sono state.

Lo sguardo profetico  di Gesù sulla distruzione del tempio, che era una delle sette meraviglie del mondo, sta indicare la distruzione di un certo modo di rapportarsi con Dio che è tipicamente cultuale ma asettico, cioè che non tocca il cuore, che non tocca  la vita. Prima di questo discorso Gesù aveva già rotto con scribi, farisei Dottori della legge proprio per la loro arroganza e la loro presunzione nell’essere i detentori della salvezza di Dio perché osservanti del culto seppure un culto esteriore.

Gesù non dà ai suoi discepoli una risposta concreta su quando finirà il tempio ma dà delle indicazioni e la prima indicazione è quella di non andare dietro ai falsi profeti, a coloro che annebbiano la vista soprattutto in tempi di crisi. Una pagina difficile da comprendere per noi perché non siamo gli addetti ai lavori.. perché una pagina con uno stile di linguaggio apocalittico. Ma che ci proietta sulla verità nei tempi di crisi della Fede come quello che stiamo attraversando, come questo anche della pandemia che ci ha che ci sta perseguitando ormai da diversi mesi e non riusciamo ancora ad uscirne. 

In questo caos, non bisogna andare dietro a false luci, non andare dietro a falsi profeti, non solo dal punto religioso o spirituale o ecclesiale ma anche dal punto di vista politico, sociale… coloro che si ergono a Salvatori della Patria, della vita degli altri, coloro che approfittano di queste condizioni di difficoltà per detenere un potere, qualsiasi esso sia. Bisogna restare lucidi e liberi interiormente anche nelle grandi difficoltà che la vita ci presenta, rimanendo ancorati al vangelo e alla sua Parola di verità.

L ‘immagine della povera donna che abbiamo contemplato ieri che dona tutta se stessa a Dio, è l’immagine con la quale Gesù apre questo discorso per dire che ciò che ci salva è la fedeltà a Dio in quello che siamo, nel nostro poco, e per fare questo ci vuole una grande forza d’animo, una grande libertà interiore. Rimanere fedeli a Dio, al suo amore, alla sua misericordia, alla sua bellezza… rimanere fedeli per ottenere sempre più da lui la sua fiducia, il suo amore, infine rimanere fedeli perché nessuno ci può strappare dell’amore di Dio, lo dirà anche poi San Paolo.

Questa pagina, seppur difficile per noi nella sua interpretazione ci pone una domanda: sono io il servo fedele e libero dentro, di cui Dio si serve per continuare il suo progetto d’amore sull’umanita’ in questo tempo difficile dove sembra che tutto sia destinato a finire? La perseverante pazienza è la virtù del vero cristiano che gli permette di avanzare a testa alta nella notte del mondo tenendo in mano la fiaccola della fede nutrita dall’amore e imbevuta di speranza. Oltre tutte le paure, oltre tutti i catastrofismo…

Il cristiano sa in chi ha posto la sua fiducia. Ed è proprio nei tempi bui, come è quello attuale che la sua Presenza si fa più vicina. Solo chi gli è fedele, la può scorgere.


A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade 

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