San Leone Magno – Commento al Vangelo del 17 Dicembre 2019

L’incarnazione del Verbo, quando ancora doveva avvenire, produsse la stessa salvezza che elargisce ora che si è già realizzata. Perciò il mistero della salvezza umana non è mancato in nessuna epoca. Gli apostoli hanno predicato quello che i profeti hanno profetato: non è stato compiuto troppo tardi quello che sempre è stato creduto. Ma la sapienza e la benignità divina, procrastinando l’opera della salvezza, ci ha resi più capaci della sua vocazione (…) preannunciata lungo tanti secoli con tanti prodigi.

Perciò errano coloro che pensano che Dio ha cambiato il piano circa le cose umane, o che troppo tardi ha provveduto con misericordia agli uomini: fin dalla creazione del mondo istituì il principio di salvezza, uno e identico per tutti. Infatti la grazia di Dio, con cui sono stati sempre giustificati i santi, dalla nascita del Salvatore ha ricevuto solo un incremento, non il suo inizio.

In realtà il mistero di così grande misericordia che ha già riempito il mondo, è stato efficacissimo anche nelle sue figure; perciò ne hanno ricevuto eguale grazia e quelli che l’hanno creduto quando era stato appena promesso, e quelli che l’hanno accolto ora che è stato compiuto. Miei dilettissimi, è dunque evidente la bontà che ha profuso in noi abbondanti ricchezze. Chiamati all’eternità, non solo siamo sostenuti dagli esempi del passato, ma la stessa Verità è apparsa con un corpo visibile. E’ dunque nostro dovere celebrare la natività del Signore con gioia fervente, non mondana. (…)

Illuminati dallo Spirito santo, con sapienza riflettete, chi sia colui che ci ha uniti a sé e chi abbiamo accolto in noi stessi. Infatti, allo stesso modo che egli nascendo si è fatto carne nostra, così noi nella rigenerazione siamo diventati suo corpo. (…)

Egli ci ha presentato il modello della sua umiltà e della sua mitezza (…): rendiamoci simili a lui nell’umiltà, se vogliamo assomigliargli nella gloria. Gesù Cristo, nostro Signore, ci aiuti e ci guidi al possesso delle sue promesse.

Fonte: «Vangelo del Giorno» è un servizio proposto dall’associazione internazionale Evangelizo.


Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1, 1-17 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

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