Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 27 Settembre 2019

Cosa dicono gli altri e cosa dici tu che Egli sia sono due domande molto diverse. Per rispondere alla prima ti bastano le informazioni.

Per rispondere alla seconda no. Anzi, sbagli se pensi che la domanda sia soltanto informativa. «Che dici che io sia?», è una domanda sulla trasformazione che Cristo ha operato e sta operando in te.

Puoi dire: «Gesù è la mia pace». Ma lo è veramente? La domanda, allora, ti tuffa nella verità e nella concretezza del tuo rapporto con il Signore. Beato chi può dire al Signore: «Mio Dio e mio tutto».

Ma finché non si è arrivati a quello stato di trasformazione, riconoscerlo come Salvatore e come Messia è una cosa molto grande: è riconoscere che senza di Lui non possiamo nemmeno riconoscerlo e confessarlo.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9, 18-22

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».

Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».

Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Parola del Signore

 

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