Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 24 Luglio 2019

Il seme è uno. I terreni vari. Il frutto che risulta dalla semina non dipendente dalla qualità del seme, ma dal terreno. Dio dona se stesso senza misura.

Dio si dona nella carne di Cristo e nel Soffio dello Spirito. Ma come ci dice il Prologo di Giovanni, Gesù viene dai suoi, ma i suoi non lo accolgono. La mancanza di frutto non è dovuta alla non bontà di Dio, ma alla mancata bonifica del terreno.

Lasciamo che la sua parola ci lavori il cuore, lo renda più docile, meno sassoso e meno spinoso affinché possiamo gioire della fioritura di Dio nella nostra umanità.

Fonte: il sito di Robert Cheaib

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

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Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13, 1-9

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Parola del Signore.

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