Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 23 Gennaio 2020

C’è una discrezione mirabile nella vita del Figlio di Dio fattosi carne. Pensiamoci bene: in fondo, gli anni della sua vita sulla terra sono stati pochi.

Di questi pochi anni, la vita pubblica è stata circa il 10 percento. Eppure, in questi pochi anni, Gesù non ha svolto un ministero sfrenato, ma ha saputo sempre ritagliare per sé e far ritagliare agli apostoli un tempo di ritiro, di calma, di preghiera e di intimità con il Padre e tra di loro.

Forse ci illudiamo che è la nostra opera che trasforma il mondo. In realtà, è la nostra immersione in Dio che fa di noi strumenti di divinizzazione.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 3, 7-12 In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore

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