Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 10 Settembre 2019

Grandi santi nella storia avevano l’abitudine di passare la notte in preghiera prima delle scelte importanti. Di John Henry Newman si dice che portava tutte le sue intuizioni e tutti i suoi propositi davanti al Signore per capire se erano pietre preziose o soltanto sassi.

L’abitudine di consultare il Signore non è solo bella, è cruciale per non sprecare la nostra esistenza, perché solo ciò che è vissuto nella sua volontà è un vero bene.

Tornando al passo del vangelo di oggi, è bello vedere come la vocazione degli apostoli, la vocazione di ognuno di noi, è frutto dell’intimità di Gesù con il Padre. La mia missione nasce dal Dialogo per eccellenza… E in quel Dialogo si illumina, vive e fiorisce.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6, 12-19


In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Parola del Signore

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