Tutti noi passiamo per dilemmi e drammi, in cui dobbiamo decidere tra due impegni da osservare. Venir meno a una nostra promessa perdendo ogni credibilità oppure acconsentire all’uccisione di una persona innocente pur di essere fedele alla parola data? A chi lasciar decidere?
Ci si sente intrappolati. La scelta di Erode Antipa è ricaduta sulla seconda: fedeltà a quel che aveva detto letteralmente, seppur in modo imprudente, costi quel che costi. Eppure non è stata una decisione alla leggera, così come del resto quella di Ponzio Pilato di fronte a Gesù. Il fatto che Antipa si fosse fatto «molto triste» era probabilmente segno che egli sentisse che la sua scelta era quella sbagliata.
Ma pensava razionalmente di essere nel giusto, nella logica, in una coerenza estrema, giusta, addirittura divina. Cosa lo muoveva? A quale voce ha dato ascolto? Forse, a scapito di una vita umana, la tutela della propria onorabilità . Un piacere effimero, edonistico; un contentino seducente, temporaneo, per chi non riesce e in fondo non vuole allontanarsi dal potere terreno.
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).