Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 7 Febbraio 2020

Tutti noi passiamo per dilemmi e drammi, in cui dobbiamo decidere tra due impegni da osservare. Venir meno a una nostra promessa perdendo ogni credibilità oppure acconsentire all’uccisione di una persona innocente pur di essere fedele alla parola data? A chi lasciar decidere?

Ci si sente intrappolati. La scelta di Erode Antipa è ricaduta sulla seconda: fedeltà a quel che aveva detto letteralmente, seppur in modo imprudente, costi quel che costi. Eppure non è stata una decisione alla leggera, così come del resto quella di Ponzio Pilato di fronte a Gesù. Il fatto che Antipa si fosse fatto «molto triste» era probabilmente segno che egli sentisse che la sua scelta era quella sbagliata.

Ma pensava razionalmente di essere nel giusto, nella logica, in una coerenza estrema, giusta, addirittura divina. Cosa lo muoveva? A quale voce ha dato ascolto? Forse, a scapito di una vita umana, la tutela della propria onorabilità. Un piacere effimero, edonistico; un contentino seducente, temporaneo, per chi non riesce e in fondo non vuole allontanarsi dal potere terreno.

La misericordia di Dio invece ci insegna a scegliere con un’altra logica: per essere davvero fedele alla sua Parola di salvezza, Lui è pronto a entrare nella contraddizione perdendo ogni cosa, persino la reputazione personale, persino la divinità e persino sé stesso, pur di salvare anche solamente una persona umana.

Commento a cura di:

Piotr ZygulskiPiotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 6, 14-29 In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

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