Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 3 Ottobre 2020

Quando qualcosa che facciamo si rivela un successo c’è il rischio che poi ci abituiamo, e iniziamo a far dipendere la nostra gioia da tali azioni eroiche. Quando queste vengono meno, quando il nostro corpo si affievolisce oppure quando le circostanze e tutti quanti ci sono avversi, cadiamo nello sconforto.

Capita a molti che stanno sulla cresta dell’onda, per esempio personaggi del mondo dello spettacolo, che facilmente cadono in depressione nel momento in cui si spengono i riflettori o iniziano ad essere sommersi di critiche. Facciamo presto a scordare la cosa fondamentale: soprattutto quando si tratta di persone che si riavvicinano a Dio in seguito ad una nostra azione o parola, il vero protagonista è lo Spirito che agisce in noi e in loro, seppur per mezzo di noi.

Lui va ascoltato innanzitutto, e vive anche nella sconfitta, nell’aridità del cuore, nella desolazione. Perché sappiamo che il nostro cuore è abitato da Lui, che ci garantisce la nostra identità al cuore stesso di Dio. Questo è ciò che ci permette di rallegrarci sempre, nella gioia e nel dolore, nella malattia e nella salute. Perché la nostra gioia non dipende da ciò che facciamo, né da ciò che fanno gli altri o dal contesto esterno, ma da ciò che siamo: intimi e amatissimi figli di Dio.


Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

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