Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 28 Luglio 2020

A sentire le parole sul compimento della storia, è facile farci prendere dalla fretta di posizionarci tra i buoni e di puntare il dito contro chi riteniamo cattivi. Ma è proprio ciò che la parabola della zizzania vuole evitare: la sua spiegazione è come rimprovero per chi già la conosce, ma nei fatti fatica a viverla e quindi ha bisogno di sentirsela ripetere, oggi, nella comunità in cui vive.

Sin dall’inizio la Chiesa ha dovuto affrontare le eresie di chi voleva creare una setta esclusivamente di perfetti; Gesù, al contrario, andava in cerca proprio dei peccatori – non dei già puri – per costituire la sua comunità che accoglie tutti, a partire quindi dai più bisognosi di santità. Nello sguardo di Gesù nessuno è così incapace di portare almeno un frutto di bene; anche noi siamo invitati a stimare i fratelli con la medesima fiducia: alla fine tutti potrebbero essere grano, anche se al momento ci sembrano zizzania.

È vero, l’erba cattiva è una realtà – anche nelle nostre comunità e pure all’interno del nostro cuore – intrecciata a quella buona, ma non spetta a noi togliere via tutto frettolosamente. Non è giunto ancora il momento della mietitura: non possiamo rischiare di perdere qualche pianta che potrebbe maturare frutti di beatitudine. Dio li vuole cogliere tutti quanti, perché alla fine resterà solo il risultato dell’amore; la sua premura è proprio per quella pianta che sembra più debole, fragile, sterile.

Non sta a noi condannare chi apparentemente non vive il Vangelo, né a svelare i complotti malvagi tra noi, perché siamo i primi ad assomigliare alla zizzania e ai seminatori di ingiustizie. Se invece assumiamo lo stesso sguardo generoso di Gesù ci premuriamo di non essere noi quello skandalon, cioè quello sgambetto di chi si mette di traverso e intralcia il libero cammino di tutti i cuori attratti da Dio.

Sono infatti i troppi giudizi sommari, pettegoli e moralistici – anziché lasciare agire la generosa misericordia che abbiamo ricevuto – a tenere lontane dalle nostre chiese tante persone che sarebbero pronte a fruttificare. Le nostre vite non siano dunque di ostacolo, ma di sostegno rispettoso per chi soprattutto fatica a trovare Dio.


Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

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