Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 27 Dicembre 2020

Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


Benedicendo Giuseppe e Maria, Simeone culmina la sua profezia accennando a un qualcosa di violento e scandaloso. Quel bimbo è la pietra scartata su cui si può inciampare, ma è anche la pietra che diviene testata d’angolo.

È lì per far cadere approfittatori, prepotenti e prevenuti. È lì soprattutto per rialzare, per risorgere, per farci risorgere nella nostra conversione. Di fronte a lui, come in un chiaroscuro, i ragionamenti emergono per contrasto. Menziona il cuore, perché era considerato la sede del pensiero, della mente, della testa. Tutte le doppiezze vengono recise con violenza: le ostilità, le resistenze, i rifiuti chiaramente vengono a galla.

Passano per la limpidezza di un corpo che ha scelto – contro ogni voce ostile – di accogliere. Il contrasto è bruciante, tagliente, trafiggente. Lì sta il dolore di chi si coinvolge carnalmente nella misericordia proposta da Gesù: nella propria carne soffre ogni rifiuto come se fosse rivolto a sé, perché nulla ha rifiutato di ciò che si affaccia su di noi.

Ogni insulto a esseri umani, ogni maltrattamento di esseri senzienti, ogni ferita verso la creazione è una mutilazione del nostro corpo. Avendo scelto come Maria di legarci al Cristo, condividiamo lo stesso destino del rifiuto, della caduta e della Resurrezione dell’intero universo.

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