Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 22 Febbraio 2020

Nella prospettiva di Matteo, l’apostolo Pietro non si limita a dire che Gesù è il Cristo, ma aggiunge che è il «Figlio di Dio, il vivente». In ebraico “El-Hai”, è invocato in questo modo quando la vita del credente è in pericolo, o quando è in gioco la nostra esistenza per scelte importanti.

Ci aiuta così a deciderci coraggiosamente per la vita anziché per la morte; una vita che non sta mai ferma, ma anzi si evolve.

È vivente anche nel senso che vive con noi, si coinvolge nelle nostre vicende, non resta indifferente a quello che sperimentiamo.

Non è come gli idoli che hanno fattezze umane ma neppure uno dei cinque sensi, bensì è un Dio che si schiera dalla parte dell’uomo e in mezzo a lui, nel suo cammino, pone la sua tenda.

Non può essere mummificato, imbalsamato, pietrificato in una statua o in un dipinto: è una Persona.

Non sta fermo, ma lotta. Nel vivere concreto di Gesù, così, l’apostolo riconosce il vivere stesso di Dio che è all’origine della vita, che ci dona la vita e che ci mostra come sia possibile donare la vita, a nostra volta. E proprio su questa dinamica di riconoscimento e riconoscenza, esplicitata dalle parole di Pietro, noi cristiani riconosciamo che si fonda la Chiesa di Cristo.

La cattedra di Pietro ci insegna in fondo questo: la realtà viva dell’Incarnazione della vita stessa di Dio nella vita degli uomini.

Commento a cura di:

Piotr ZygulskiPiotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


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Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16, 13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore.

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