Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 17 Luglio 2020

Agli occhi degli esegeti il brano di oggi pare un po’ maldestro. Innanzitutto sarebbe irrealistico il pretesto polemico degli avversari, che avrebbero potuto accorgersi delle spighe di grano strappate dai discepoli di Gesù solamente se si fossero appostati lì di proposito, violando probabilmente il precetto per controllare le violazioni altrui.

Dunque la risposta, con errori grossolani nella citazione biblica soprattutto nella versione trasmessa da Marco, che poi Matteo ha provato in qualche modo ad aggiustare, accorgendosi dei problemi. Infine l’argomentazione decisiva, ad autorità: il Figlio dell’uomo è padrone del Sabato. Forse questa aggiunta è stata necessaria perché la citazione era fallace? Ma possiamo pensare che Gesù, che sapeva tenere testa ai vari interlocutori nei dibattiti sulla Legge, commettesse certi errori nell’argomentare? Probabilmente no.

Ma ciò non significa che vada buttato via questo brano, bensì va collocato nella polemica all’interno delle prime comunità dei seguaci di Gesù, forse per giustificare un’osservanza meno rigorosa del Sabato. Lo facevano richiamandosi a Gesù, probabilmente intervenuto su qualche fattispecie particolare, ma con una motivazione teologica: l’uomo viene prima del Sabato perché è stato creato il sesto giorno, prima del settimo. Per essere riposo, allora deve esserlo davvero anche per noi, e non un fardello.

Questo però non autorizza la violazione del comandamento: è il precetto stesso che, se vissuto come limite a ogni tipo di sfruttamento, implica il riscatto della dignità e della libertà dell’uomo, e pertanto entrambi vanno custoditi nella loro preziosità. Anche un rabbino del secondo secolo disse cose analoghe: «Il sabato è stato consegnato a voi, ma voi non siete consegnati al sabato». Oggi potremmo leggerla così: Dio non si presta mai come scusa per non amare. Pensando a questa pandemia: la Messa non può diventare un pretesto per fregarsene irresponsabilmente delle misure necessarie per impedire la diffusione del virus.

Né tantomeno Dio ci autorizza a condannare chi ci sembra violare le norme, perché non possiamo conoscere la sua coscienza e la sua situazione. La Legge ci aiuta ad amare, e implica pure eccezioni pratiche e di buonsenso per consentirci di vivere la misericordia anche quando, per cause di forza maggiore, ci è impedito di osservarla nel modo ordinario.


Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

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