Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 12 Febbraio 2020

Le parole di Gesù nel vangelo di oggi vanno esattamente contro la nostra mentalità comune. Infatti tutti siamo convinti che sono le cose che ci circondano a infettare o nutrire la nostra vita. Per questo ci teniamo lontani dal dolore degli altri, dalle esperienze di morte, dai limiti della vita, da tutto ciò che ci ricorda quanto siamo piccoli in questo universo così grande.

Tutti molto spesso pensiamo che il male che dobbiamo combattere è quello fuori di noi, attorno a noi. Ma pochi si accorgono che tutti abbiamo dentro un cavallo di Troia e che è il nostro cuore. Molto spesso è lì la radice vera del male che ci affligge e che non riusciamo a sconfiggere. È lui il vero Faraone da cui dobbiamo scappare. È lui il vero Egitto che ha bisogno di essere evaso. È lui l’otre vecchio che deve farsi nuovo per accogliere il vino nuovo: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo.

Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo». Ma si sa che è più facile cambiare il mondo e gli altri invece di sé stessi. E preferiamo vivere in una società che ci fa lavare e disinfettare continuamente le mani per paura dei batteri. Che ci fa sterilizzare ogni cosa temendo che ci faccia ammalare.

Ci fa sistematicamente cercare cose nuove e buttare quelle vecchie, ma solo perché pensiamo che basta avere la vita biologica salva per dire an che che l’abbiamo fatta franca. Rischiamo di morire sani e sterilizzati ma senza aver mai conosciuto la gioia. Perché la gioia nasce dall’igiene del cuore e non da due semplici mani pulite. Quelle vanno bene per buona educazione. Il cuore invece per avere la vita autenticamente salva.

Commento a cura di:

Piotr ZygulskiPiotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 7, 14-23   In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.  E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».   Parola del Signore

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