Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Aprile 2020

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Inizia con questa sera il triduo della Passione morte e resurrezione del Signore Gesù. Come ogni anno stiamo per assistere allo spettacolo della morte di Dio. Un Dio che muore per amore, per svelare ad ogni uomo il suo vero volto.

Un Dio che si dona senza misura, che si manifesta inequivocabilmente. Appeso, attira tutti a sé, come aveva promesso. E il dono inizia da quella cena che stasera rifaremo, in assoluta obbedienza, riuniti intorno all’altare prima della grande notte in cui Dio sceglie di donarsi, la notte che tiene sveglio ogni uomo che aspetta la redenzione.

E Giovanni, il grande, che scrive il suo vangelo qualche anno dopo gli altri, ricorda che in quella cena Gesù si è fatto servo, lavando i piedi ai discepoli, come a dire che è inutile fare grandi celebrazione se poi non abbiamo il coraggio del servizio.

Ogni eucarestia dovrebbe essere intensa come quella di questa notte, ogni celebrazione dovrebbe (potrebbe) trasudare quell’intensità che stasera vivremo. Giorno della prima volta in cui Dio si fa pane, giorno in cui Gesù inventa il sacerdozio invitando i suoi a ripetere quel gesto.

Viviamo con un cuore colmo di gratitudine l’abbondanza della sua misericordia…

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