Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 6 Aprile 2020 – Gv 12, 1-11

Inizia la grande settimana, la settimana della morte di Dio. Tutti gli evangelisti raccontano in forme diverse l’unzione ricevuta da una donna devota pochi giorni prima della Passione.

Giovanni è l’unico a porre quel gesto a Betania, in casa di Lazzaro. Certo: è uno spreco usare un anno di stipendio per un profumo rarissimo versato con abbondanza sui piedi del Maestro. Giuda è scocciato, ma anche gli altri discepoli sono d’accordo con lui.

Gesù, invece, apprezza quel gesto di gratuità assoluta, di generosità abnorme, di dono amorevole. La logica del profitto e del guadagno non è sempre quella giusta e Gesù chiede a Giuda di non soccorrere i poveri, ma di prenderli nella comunità, di tenerli con sé.

Anche noi, in questa settimana, proviamo a dedicare qualche azione di pura gratuità all’amore di Dio: mezz’ora di adorazione, un piccolo servizio di volontariato, un mazzo di fiori da regalare ad un amico triste.

Qualcosa di totalmente gratuito, senza secondi fini, che possa ancora una volta testimoniare il desiderio di imitare questo Dio che senza misura si dona, senza calcolo, offrendo la sua vita per la nostra salvezza.

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