Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 30 Marzo 2021 – Gv 13, 21-33.36-38

Giovanni, il discepolo amato, ha appena ascoltato, colmo di tristezza, l’annuncio del tradimento durante l’ultima cena. Cala il gelo nella stanza al piano superiore addobbata per la festa. Pietro guarda Giovanni e Giovanni, steso al fianco di Gesù, reclina indietro il capo e gli chiede: chi è?

Il capo di Giovanni si viene trovare all’altezza del cuore del Maestro. Un cuore traboccante d’amore, un cuore dolente disposto ad andare fino in fondo, un cuore consapevole di quanto sta per accadere. Quest’immagine ha da sempre colpito i discepoli.

Potessimo appoggiare il nostro capo al cuore di Dio! Potessimo anche noi sfiorare il mistero insondabile del suo amore! Giovanni accoglie quel battito pacato e determinato, intenso e leggero…

Se Gesù avesse tirato al suo petto Giuda! Se gli avesse fatto sentire quanto era amato! Giuda è travolto dalla delusione, anche il gesto di ricevere il pane dalle mani del Maestro viene male interpretato. Ed è notte, nel suo cuore.

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