Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 30 Dicembre 2019

San Luca mi sta proprio simpatico! Non solo ci regala un personaggio come Simeone, che ci riempie di speranza e di tenerezza, che ci permette di sognare e di immaginare un futuro in cui, per pochi istanti, vediamo la luce interiore che dà senso e misura a tutta la nostra vita ma, anche, ci racconta di questa signora molto anziana, una certa Anna, una frequentatrice abituale del tempio che, anch’essa, dice, riconosce il bambino.

Come non pensare alle tante pie signore che ogni giorno frequentano, spesso le uniche!, le nostre messe quotidiane preparandosi con un rosario o con la via Crucis?

Persone semplici, che non seguono tanto le elucubrazioni teologiche dei pretini, che d’ogni tanto borbottano anche e non capiscono certe scelte ma che sono presenti e fedeli fino alla fine.

Persone che, anch’esse, sperimentano la salvezza, compiono il loro percorso di vita nella fedeltà e nell’umiltà.

Anna figlia di Fanuèle è la loro patrona, la loro protettrice e ci indica un percorso fatto anche di quotidianità e di servizi umili nella casa di Dio.

Fonte


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 2, 36-40 [Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

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