Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 29 Novembre 2019

Davanti agli eventi drammatici, davanti ad un mondo che sembra sempre sull’orlo del baratro siamo invitati ad alzare lo sguardo.

In queste ultimissime settimane dell’anno liturgico stiamo leggendo gli impegnativi vangeli che parlano della fine dei tempi, per riflettere insieme sul destino della Storia che, per noi cristiani, non è un inevitabile precipitarsi verso il caos ma il dispiegamento del Regno di Dio.

Ci vuole fede per dirlo, ci vuole fede (e molta) per credere in questa prospettiva. Ma è ciò che siamo chiamati a fare: a lottare per un cambiamento e un rinnovamento che deriva dalla nostra fede in Cristo, senza fuggire il mondo, senza costruirne uno in parallelo. Sì: noi crediamo che Dio sta operando nelle pieghe della storia, che sta rinnovando l’umanità, a partire dalla Chiesa.

E in questo tempo (lungo, faticoso, a volte sfiancante) abbiamo una luce che ci illumina: la Parola che non passa, le parole del Signore che ci aiutano a leggere gli eventi, ad interpretare la Storia.

Meditiamola continuamente questa Parola, facciamola diventare punto di riferimento, faro luminosissimo nella nostra tenebra, finchè il Signore venga.

Fonte


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21, 29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Parola del Signore

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