Il primo degli apostoli è stato l’ultimo a convertirsi al risorto. L’ultimo a credere che il Signore risorto potesse ancora avere fiducia di lui. Ed era proprio lui, Pietro, a non avere più alcuna fiducia in se stesso, dopo essere stato travolto dalla sua fragilità .
Pensava di essere il migliore, una roccia, non gliel’aveva forse detto il Maestro stesso? Ma di quella roccia restava solo la polvere. E il dialogo sul lago di Tiberiade fra Gesù e Pietro è denso, intenso: tre volte lo aveva rinnegato, tre volte viene interrogato. Parte dall’alto, il Signore: mi ami? La risposta di Pietro è quasi deludente: ti voglio bene. Ancora il Signore insiste, ancora Pietro non se la sente di lanciarsi.
La terza volta è Gesù che abbassa il tiro, è sempre Dio che si adegua alle nostre povertà . Si incupisce, Pietro, ora dialoga: come può professare ancora amore, dopo quello che è accaduto? Sorride, il risorto, e lo incoraggia: ora Pietro è davvero pronto per accogliere i suoi fratelli, senza arroganza, senza superiorità , in totale e assoluta umiltà .
Sono passati tre anni da quel primo incontro, da quella prima volta, e ora Pietro, infine, è pronto: seguimi, gli dice il rabbì.
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