Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Novembre 2018

La Storia si accanisce contro i cristiani. E, bisogna ammetterlo, nella Storia anche i cristiani, pensando di rendere onore a Dio, si sono accaniti contro altri. Ora è il tempo del martirio.

Non i primi secoli ma oggi, in questi spregiudicati e tecnologici tempi. Oggi, ora, migliaia di cristiani, dalla Siria alla Nigeria, dal Pakistan all’Iraq sono uccisi a causa della propria fede.

Ci scuote la loro tragica testimonianza: quanto amore verso Cristo deve riempire il nostro cuore da preferire la morte alla perdita della fede? Interroghiamoci sul nostro cristianesimo dimesso e sciupato, fatto di distinguo e di fragili appartenenze. Siamo cristiani perché nati in Italia ma non solo non conosciamo la nostra fede ma nemmeno, spesso, sapremmo rendere ragione della nostra fede.

Cerchiamo Cristo, allora, ascoltiamo la sua Parola, lasciamola germogliare dentro di noi. Sentiamoci amati e amiamo, scopriamo l’immensa gioia di diventare discepoli per davvero, seguaci del Nazareno. Caliamo il Vangelo nella nostra vita, vediamola rifiorire, apriamo il cuore all’azione dello Spirito Santo.

Allora saremo capaci anche di martirio.

Fonte

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Lc 21, 12-19
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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