Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 27 Agosto 2019

Il pagamento della decima era una norma, disattesa da quasi tutti, che risaliva ai primordi della esperienza del popolo di Israele. Serviva a mantenere quanti, della tribù di Levi, non avevano diritto alla terra, facendo servizio al tempio, e, perciò erano “stipendiati” da tutti gli altri, i quali versavano una decima parte del raccolto al fondo per il loro mantenimento.

Poi, con la scomparsa del tempio, questa usanza era ampiamente caduta in disuso e si stava con fatica cercando di riproporla. I farisei, invece, sempre primi della classe, la decima la pagavano eccome. E non solo sui raccolti ma addirittura sulle spezie e sulle tisane! Facendo ciò che la Torà stessa non chiedeva…

Un vero paradosso, una manifestazione di devozione atta a suscitare ammirazione nel popolo. Gesù, badate bene, non contesta affatto questa manifestazione di devozione ma il fatto che questa minuzia nasconde atteggiamenti contraddittori ben più gravi. La sua affermazione, diventata proverbiale, del filtrare il moscerino per ingoiare il cammello è, ahimè, ancora molto attuale.

Quante volte nella Chiesa amplifichiamo i problemi piccoli per nascondere quelli grandi!

Fonte

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Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 23-26

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Parola del Signore

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