Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 26 Aprile 2021 – Gv 10, 1-10

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Al crepuscolo, alla fine di una intensa giornata di lavoro e di pascolo, il pastore radunava le pecore e le faceva entrare in un piccolo recinto costruito con le pietre che trovava, alto forse mezzo metro ma sufficiente per tenere le pecore al riparo durante la notte.

Poi, fisicamente, il pastore si metteva nello spazio usato come “porta”, impedendo alle pecore di uscire e pronto a brandire il bastone per cacciare animali selvatici e malintenzionati. Sul fare del mattino i proprietari delle pecore si presentavano per portare le proprie pecore al pascolo. Chiamandole da lontano, queste riconoscevano la voce del padrone.

È un’immagine semplice, intensa, colma di tenerezza. È Cristo il pastore/porta che ci protegge, che ci spinge ad uscire al momento giusto. È Cristo il pastore che ci chiama e riconosciamo la sua voce, nella Parola che meditiamo, negli eventi che interpretiamo alla luce del suo amore. È davvero il pastore bello come scrive Giovanni…

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