Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2020 – Lc 21, 1-4

Quanto è importante l’elemosina nella vita del credente! In tutte le religioni esiste una forma di assistenza alle persone povere e tutte considerano importante occuparsi di quanti, più sfortunati di noi, faticano ad andare avanti.

Ma la novità della proposta cristiana sta tutta in questo piccolo quadretto descrittoci da Luca: l’autenticità. L’elemosina, cioè, è finalizzata alla conversione di chi la fa, non di chi la riceve. Paradossalmente possiamo spogliarci di tutto, coprire d’oro i poveri ma quel gesto, se fatto con arroganza, con ostentazione, con spirito di vanagloria finisce col diventare vano e controproducente.

Gesù non si sofferma sul gesto dei ricchi che, probabilmente, offrono ingenti somme al tesoro del tempio ma, piuttosto, nota le poche monete date dalla vedova. Gesù stesso spiega la differenza: lei dà del necessario mentre loro danno del superfluo.

Condividere è essenziale, anche poco, purché non sia del superfluo, dato per lavarci la coscienza, perché smossi dalle emozioni. L’elemosina è scelta meditata, fatta per manifestare la vicinanza ai fratelli e, aggiungono i padri della Chiesa, per ottenere il perdono dei peccati.

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