Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Aprile 2022

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Marco, o i suoi discepoli, devono aggiungere al vangelo, che si era chiuso con la fuga dal sepolcro delle donne intimorite, un piccolo riassunto degli eventi riportati dagli altri evangelisti. Con una caratteristica che riprende il finale del secondo Vangelo: l’incredulità.

Non credono a Maria di Magdala, i discepoli, e nemmeno ai due di Emmaus, al punto che Gesù risorto appare e li rimprovera a causa della loro incredulità. A questo punto ci aspetteremmo da parte di Gesù la decisione drastica di lasciar perdere, di affidarsi a qualcun altro, di optare per un’altra soluzione.

E invece no: nonostante tutto affida ai discepoli increduli, a noi, il compito di annunciare il Vangelo ad ogni creatura. Così è Dio: chiama come primi discepoli dei pescatori che nemmeno lo conoscevano e affida il Vangelo non ai migliori ma ai dubbiosi, a noi. Perché altro è ascoltare l’annuncio da un invasato, altro da qualcuno che, prima di raccontarlo, ha dovuto faticosamente accoglierlo.