Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2021 – Lc 2, 22-40

Gesù viene presentato al tempio quaranta giorni dopo la sua nascita, in obbedienza al precetto dell’Esodo (Es 13) che imponeva il riscatto per tutti i primogeniti maschi.

Maria e Giuseppe potrebbero farne a meno, sentirsi esentati da questa norma che ribadisce che la vita proviene dal Dio dell’alleanza: quel Dio lo stringono fra le braccia! Ma non è così: obbediscono alle prescrizioni rituali, si uniscono al popolo e assecondano la Legge, riempiendola di senso e di profezia.

Anche noi, con semplicità, facciamo parte di una comunità, viviamo con rispetto e gratitudine quanto ci è stato consegnato dai discepoli che ci hanno preceduto, senza sentirci diversi o migliori. Simeone vede in questo neonato la luce delle nazioni.

E la sua, di luce. Ha atteso tanto, ora, finalmente, in pochi istanti capisce il senso della sua vita. In questa giornata vengono benedetti i ceri per le chiese e i consacrati rinnovano il dono della loro vita a Dio. Perché non unirci anche noi?

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