Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Marzo 2021 – Gv 5, 31-47

Giovanni Battista, le opere compiute, il Padre, la Scrittura, le parole di Mosè: tutti danno testimonianza su Gesù, tutto converge nell’aiutarci a comprendere la sua profonda identità, la sua reale missione.

Eppure niente, gran parte dei giudei che lo ascoltano, che, pure, hanno visto il prodigio del paralitico guarito, non aprono gli occhi, non sciolgono il cuore, sono induriti nella loro intelligenza. Non vedono e non odono perché non vogliono vedere e ascoltare.

La ragione è semplice, dice il Signore: sono pieni di loro stessi, delle loro convinzioni, ricevono gloria gli uni dagli altri, se la cantano e se la ballano inamovibili nelle loro certezze. E così si perdono Dio. Solo un cuore aperto alle continue sorprese di Dio è in grado di aprirsi all’accoglienza di quanto oggi ha da dire.

Solo una mente curiosa e capace di mettersi in discussione può riconoscere le tracce della presenza di Cristo nella propria vita…

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