Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 17 Marzo 2020 – Mt 18, 21-35

Siamo chiamati a perdonare sempre, molto di più di ciò che Pietro considera un gesto di grande generosità. Perdonare sempre, non perché siamo migliori, non perché vogliamo mostrare che siamo capaci, non perché l’altro si converta in conseguenza al nostro eroico gesto.

Siamo chiamati a perdonare perché noi per primi siamo perdonati da Dio settanta volte sette, cioè sempre. Siamo come il servo della parabola che deve svariati milioni di euro al suo padrone ed esige i suoi pochi euro da un povero creditore.

Il perdono è il cuore della vita, il modo concreto di amare, la consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca, che nessuno è migliore di nessuno, che non giochiamo a fare i santi. Perdonare richiede fatica, a volte ci vogliono gli anni per perdonare.

E non è mai uno slancio d’affetto, ma una scelta, un eroico gesto di volontà. Perdono perché voglio perdonare, non riesco a dimenticare il male che mi hai fatto, ma non lo considero. Il perdono augura all’altro di cambiare, di capire lo sbaglio che è stato fatto.

Riusciamo a dare un perdono così solo con l’amore con cui Dio riempie il nostro cuore e che oggi vogliamo invocare.

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