Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 15 Giugno 2020

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Era normale, al tempo di Gesù amare e perdonare, era previsto e predicato dai rabbini. Ma l’amore e il perdono erano ristretti al popolo di Israele. Il nemico andava odiato. Allora capiamo la follia della predicazione di Gesù, che sovverte l’ordine: amare chi ti ama non è opera meritoria, pregare per chi ti è nemico, augurargli la conversione, non la morte, significa imitare il Padre.

E il Figlio, che sulla croce perdona i suoi assassini. È normale trovare antipatico chi ci contrasta. È evangelico scegliere di passare sopra alle antipatie per trovare ciò che unisce. È normale difendere le proprie cose, il proprio territorio, la propria famiglia. È evangelico scegliere il dialogo, il confronto, la conoscenza reciproca per farlo.

È normale che d’ogni tanto la parte oscura che c’è in noi emerga. È evangelico lasciare che la parte luminosa sconfigga la parte peggiore di noi. Se essere cristiani non cambia le nostre scelte, se non cambia la nostra vita, le nostre reazioni, significa che il Vangelo non ha davvero arato il nostro cuore.

Gesù è asciutto e diretto, chiede tanto perché dona tanto. Non vuole che i suoi discepoli siano all’acqua di rose, bravi ragazzi insipidi e anonimi, ma uomini e donne capaci di dire chi è veramente Dio, di chi può essere davvero l’uomo.

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