Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 12 Novembre 2019

Non si fanno giochini, fra discepoli. Se abbiamo conosciuto e amato il Signore, se ci ha davvero cambiato il cuore e la vita, se abbiamo capito che esiste un gigantesco progetto di salvezza sull’umanità che Dio chiede di condividere, se abbiamo messo la nostra intelligenza e le nostre forze a servizio del Regno, sappiamo che il Signore ci prende sul serio, ci conta fra i suoi e ci tratta da adulti.

Non aspettiamoci complimenti e moine, se siamo nel gruppo dei suoi, non aspettiamoci troppe consolazioni ed emozioni spirituali, se abbiamo deciso di seguire colui che non ha dove posare il capo. Siamo servi inutili che Dio rende preziosi, siamo resi importanti ma solo se consapevoli di essere piccoli e fragili.

La Chiesa è serva della Parola (anche se qualcuno si comporta come se ne fosse il proprietario!) e segue il suo Maestro, gli prepara la strada. Quanto è triste vedere dei cristiani che non si fanno servi ma piccoli dittatori!

Quanto è sconfortante vedere, nelle parrocchie, le piccole gerarchie, le invidie, le persone preferite, invece di vedere persone diverse che mettono i loro carismi, con umiltà, nelle mani del Signore!

Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 7-10

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

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