Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 12 Novembre 2018

Il vangelo di oggi ci presenta tre detti di Gesù apparentemente scollegati fra loro e che, invece, hanno una logica: sii intransigente con te stesso, misericordioso col fratello e, perché ciò avvenga, vivi con fede.

Fra noi, invece, accade l’esatto contrario: spesso siamo intransigenti con i fratelli e accomodanti con noi stessi e la fede che abbiamo, poca, pochissima, è più che sufficiente. Che tristezza! Il Signore ci propone di volare in alto, come delle aquile e noi ci accontentiamo di essere dei polli che si battibeccano nel pollaio!

Punta in alto, il Signore, perché sa che ne siamo capaci, che possiamo farcela, che il discepolo, imitando il Maestro, evita il peccato perché lo distrugge e sa che la tenebra ci affascina e, perciò, prova compassione per il fratello che sbaglia. Ci vuole fede, certo, e ne abbiamo poca.

Ma il Signore è disposto a farla crescere in noi, se solo ci fidiamo di lui, a farla diventare un albero robusto alla cui ombra riposiamo la nostra vita.

Proviamo a credere in noi stessi come Gesù già fa, non per diventare degli antipatici e boriosi devoti, ma dei discepoli che si affidano alle mani del Dio che compie cose impossibili in noi…

Fonte

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Lc 17, 7-10
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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