p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 30 Giugno 2020

Signore, siamo perduti! Sembra essere diventato il nostro nome. Nome della gente ma nome anche dei discepoli del Signore. Non più discepoli ma perduti.

L’effetto della paura provocata, procurata e creata è chiarissimo. Siamo perduti significa che non c’è più niente da fare. Siamo perduti significa che abbiamo sperato invano e che la nostra fede è cosa inutile. Siamo perduti significa che non c’è più speranza. Quando non c’è più speranza la terra diventa desolata e una spelonca di ladri.

Sentirci perduti significa sentirci sotto la minaccia del non esserci, questa è la perdizione di ogni creatura e di ogni realtà creata. Non ci siamo, non esistiamo, non viviamo. Siamo perduti, non riusciamo più nemmeno a dormire, tanta è la paura che pervade la nostra esistenza. Anzi, perché questo non accada, non accada di non addormentarci, non ci corichiamo neppure più. Il progresso della luce ci abbaglia e ci toglie il sonno e siccome la luce sconfigge le tenebre noi usiamo questa luce artificiale per negare e scacciare la nostra paura. Paura che rimane fino a dire tutta la nostra paura: siamo perduti.

È interessante notare come i discepoli hanno appena chiesto al Signore Gesù: salvaci! Eppure non ci arrivano o non ci credono e cadono subito nel: siamo perduti!

Hanno invocato il nome del Signore Gesù, che significa: Signore, salva! Lo hanno chiamato per due volte eppure quello in cui credono di più è la loro paura e, dunque, la loro convinzione di essere sempre sull’orlo del baratro, pronti a morire e a perdersi. La loro convinzione è anche la nostra. Abbiamo paura della vita e dunque di tutto quello che ci circonda e che incontriamo.

Sulla barca della vita noi siamo con il Figlio di Dio. Lui è venuto a condividere il nostro sonno e dorme. Ci chiama, chiama noi affaticati ed oppressi, a condividere il suo riposo, il suo ristoro. Noi che siamo sempre sotto la spada di Damocle della morte siamo chiamati a condividere la sua vita.

Non è tanto questione che non ci crediamo, è questione piuttosto che la paura e la morte sono più forti in noi e da loro noi ci facciamo dirigere e comandare.

Eppure, a ben guardare, il luogo della perdizione, il luogo della nostra paura, il luogo della nostra morte è proprio il luogo dove ha senso parlare di salvezza, di vita e di riposo da risorti. Viene da pensare che, se ne abbiamo ancora desiderio, il luogo della nostra vita pieno di sfiducia e di presagi di morte, sia proprio il luogo dove il Signore Gesù vuole venire.

Siamo sulla barca della vita che è sconvolta da un mare che la sommerge con le sue onde di terrore e di paura, questo è il vero problema non il terrorismo ben utilizzato da noi per avere licenza di fare e combinarne di ogni, e Lui dorme sulla nostra barca. È con noi ed è con noi su questa barca sommersa dalle onde di una vita sconvolta e sconvolgente.

Gridiamo ancora dentro di noi oggi Signore salvaci! Gridiamolo con libertà sempre maggiore. Con libertà sempre meno provocata da paure vere o presunte. Dio salva, Gesù sarà il suo nome, è con noi. A noi vedere oltre le apparenze delle nostre paure e scorgere Lui che, riposando sulla nostra barca su cui è salito, ci invita a non avere paura, Lui è con noi.

Perché avete paura, gente di poca fede? Non temete, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli 
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