p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 28 Novembre 2021

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L’Avvento è Attesa, attesa non vissuta da noi, ad attendere è Lui. La sua nascita, quella, è già avvenuta, è la nostra che è ancora in corso.

Lui ci attende, accompagna le nostre rinascite quotidiane. Noi siamo gli Attesi, Lui ci sta attendendo, sta attendendo che noi, finalmente, ci decidiamo a nascere. Avvento è il nostro grazie commosso per la sua infinita pazienza.

Lui ci aspetta così come siamo, non è schiavo delle perfezioni. Lui non è uno che ci lascia morire nelle aridità dei nostri sogni.

Avvento è Lui che si china sulla nostra vita. Non tende a moltiplicare il tutto perché l’Avvento è ri-cordo che ci porta a fermarci nella verità di quello che siamo. Lui è uno attento a realizzare le promesse fatte, non se la prende con noi per le nostre incapacità e per il nostro Vuoto. Lui si incarna nella realtà così come è, non in quella che non c’è e che si manifesta come cosa perfetta.

Per questo la sua incarnazione è pazienza semplicemente perché è attesa non più nostra di Lui, ma di Lui di noi.  Non gli interessa neppure prendersela perché con le nostre scelte ci manifestiamo contrari a Lui, incarnato magari in un fratello, in un bimbo che muore di freddo e di fame davanti al filo spinato della comunità europea incarnata in uno stato!

Ma Lui cosa fa? Cosa fa per il Natale che si apre con l’Avvento? Lui ci prende per un braccio. Non si spaventa davanti alla vergogna che proviamo per quello che siamo, vergogna che si manifesta attraverso il continuo bisogno di bene apparire.

Ciò che capita ci lascia a bocca aperta semplicemente perché Lui sorride davanti al nostro essere non essere; non è uno che ci gode a scandalizzarci, è incarnato nel realismo di ciò che c’è, non fuggente verso ciò che non c’è.

Lui si incarna per fare memoria, per essere ri-cordo, che al di là di ogni apparenza noi siamo dolce polpa dell’amore. Siamo germogli, siamo lacrima del ramo. Lui si commuove assaporando la nostra vita anche se a noi, nella nostra sincerità, viene da piangere.

Questo è proprio l’Avvento: Lui non smette di aspettarci! Non ha fretta e non è schiavo dei risultati. In fondo l’Avvento è Lui che attende la nostra nascita, Lui che è già nato. Con la sua nascita celebrata Lui attende la nostra! Lui ci attende dove la vita non è cosa contenuta e inquadrata. Lui ci attende dove la vita è difficile da contenere, dove l’amore danza!

È proprio vero: l’Avvento è Lui che attende il nostro cuore, un cuore deciso a cercare

ogni momento, bello o brutto che sia poco importa, cogliendo la bellezza di amare.

Mi commuovo con una lacrima per la bellezza della piccolezza di questa verità: due spiccioli che manifestano la vedova che dona tutta se stessa nella piccolezza.

Il Suo Avvento è attendere che il nostro cuore non smetta mai di battere. Il bello è che il suo sguardo si incrocia con la nostra povertà di amare che ci parla di un cuore che non smette di battere. Un cuore a volte immerso nella paura, un cuore pieno di vita.

Avvento è Lui! Semplicemente perché aspetta che la nostra vita, grazie al cuore, ritorni ad essere felice, solo nel tenere il ritmo stesso della vita.

Avvento è Lui che non si ferma perché è Natale e perché è Pasqua, è Pasqua perché risurrezione che mi immerge nella vita amorevole della Trinità.

Lui ci aspetta. Non si blocca al fatto che tutto finirà. Lui aspetta, caro Avvento nel buio spesso riempito di angoscia e di paura. Tutto sembrava bello ma la paura ci attanaglia. Sembra che il sole come la luna, le stelle come la terra, siano cose dedite solo all’inquinamento, alla fine, alla morte. Ma quando tutto sarà finito noi saremo ancora: ancora lì!

Fermi nel buio. Schiavi di un futuro che sembra vuoto. Tutto sembra essere sconvolto. Eppure noi, grazie a Lui nostro Avvento che attende, saremo e siamo lì! Li è il nostro germoglio di speranza.

Sembra che tutto finirà, che tutto non ci sarà più: ma noi saremo lì. Lui nostro Avvento non ci giudica dagli inevitabili errori commessi. Noi siamo chiamati non al rendere ma a vivere il Suo eccesso di amore rovesciato nella nostra vita dove non importa un Dio contabile ma un Dio amante!

Per questo possiamo, anche con le nostre lacrime, ridere dell’Amore gettato oltre i confini dello scontato.

Non importa che tutto sia in piedi, ciò che importa è che noi possiamo essere in piedi con un capo alzato anche se nelle e con le lacrime.

Tutto non sarà più, l’anno liturgico è finito ma noi saremo in piedi liberi. Liberi da ciò che non è vita anche se bene appare, liberi da un dio falso, liberi da una perfezione che non esiste, liberi dal credere di non potere essere amati. Finalmente con Lui Avvento che attende in vista del suo Natale, siamo finalmente liberi di nascere, oggi!

Ancora una volta nell’oggi che è già domani.

Questa non è la fine del mondo, questa è chiamata al fine del mondo! Noi viviamo perché siamo su questa terra, grazie a Lui, chiamati al compimento grazie alla fine di una storia che soffoca. Lui è la meta bella da raggiungere che diventa strada che raggiunge noi come meta del suo amore.

La nostra storia, che spesso è violenta, soprattutto oggi con quello che stiamo vivendo a causa del Covid, è luogo dove Lui si incarna. Questo è quanto ci è dato, questo è quanto noi viviamo grazie a Lui che chiama da amante qual è!

“Ora, quando queste cose cominciano ad avvenire, drizzate e alzate la testa, poiché si avvicina la vostra liberazione: “Quando queste cose cominciano ad avvenire”: quando cominciano ad avvenire? È da millenni che avvengono e avvengono ancora oggi e avverranno domani.

Noi siamo chiamati a lasciarci toccare dall’Avvento Gesù che desidera il bene. Il male c’è per Lui come per noi: non pieghiamoci con Lui al male quando lo vediamo. Raddrizziamo la testa e alziamoci, non pieghiamoci, semplicemente accogliamo la Liberazione a noi donata dall’Avvento Gesù.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM